Gucci denuncia il dipendente cracker

Gucci denuncia il dipendente cracker

Dopo essere stato licenziato, incriminato per l'accesso e la manomissione del sistema di rete della società. Danni per 200mila dollari. Rischia 15 anni di carcere
Dopo essere stato licenziato, incriminato per l'accesso e la manomissione del sistema di rete della società. Danni per 200mila dollari. Rischia 15 anni di carcere

Un ex ingegnere di rete di Gucci, licenziato qualche mese prima per motivi non correlati alla vicenda che lo vede ora protagonista, è stato accusato di aver fatto irruzione nel sistema informatico del ramo americano della casa di moda causando la perdita di materiale aziendale e provocando mancate vendite per una cifra stimata intorno ai 200mila dollari .

L’uomo sarebbe entrato nel sistema con un account clandestino mentre ancora lavorava per l’azienda di lusso, utilizzando un falso VPN token di un dipendente inesistente. L’account clandestino ha permesso l’accesso diretto al cuore del sistema di rete della società per un periodo di vari mesi, che combinati con la conoscenza del sistema informatico e delle varie password amministrative gli hanno consentito di creare un vero e proprio caos.

In particolare, una volta all’interno del sistema l’uomo avrebbe eliminato un certo numero di server virtuali e cancellato alcune caselle di posta aziendale che hanno provocato mancate vendite della società per migliaia di dollari. Lo staff di Gucci non è riuscito ad accedere ai documenti e ai vari file salvati sulla rete per quasi 24 ore, né è riuscito a ripristinare l’operatività del sistema. Il perdurare degli effetti della intrusione ha continuato ad imporre costi sulla società nelle settimane e nei mesi successivi.

A seguito della manomissione sono intervenuti gli investigatori di New York, che hanno individuato l’ex-dipendente trentaquattrenne Sam Chihlung Yin, accusandolo di vari reati, tra i quali furto d’identità, falsificazione di documenti aziendali, possesso abusivo di materiale informatico, duplicazione di materiale informatico, e accesso illegale al sistema e informatico. Se riconosciuto colpevole, potrà scontare una pena detentiva fino ai 15 anni.

“La pirateria informatica non è un gioco” ha dichiarato il procuratore distrettuale di New York Cyrus Vance R. Jr. “Essa rappresenta una grave minaccia per la sicurezza aziendale che può avere un effetto devastante sulla vita privata, sul lavoro, e la capacità di un business e dell’intera società”.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
12 apr 2011
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