Centomila di questi Xoom

Centomila di questi Xoom

Sarebbero 100mila le unità arrivate nelle mani degli utenti: cifre non paragonabili a iPad. Ma, considerati alcuni fattori, potrebbe non essere un dato sconfortante per Motorola
Sarebbero 100mila le unità arrivate nelle mani degli utenti: cifre non paragonabili a iPad. Ma, considerati alcuni fattori, potrebbe non essere un dato sconfortante per Motorola

Secondo le stime di Deutsche Bank le vendite di Xoom, il tablet Android di Motorola, si terrebbero ancora su quota 100mila unità: i dati sono estrapolati dalle statistiche di accesso all’Android Marketplace, che vedrebbero solo lo 0,2 per cento degli accessi provenire dalla versione del sistema operativo numero 3.0, Honeycomb.

I dati sarebbero confermati da una stima che il Guardian ha fatto comparando dati pubblici di accesso.

Le stesse proporzioni a favore di Apple (e con Honeycomb relegato ad uno spicchio minimo della torta dei tablet) sembrano poi confermate dall’azienda di advertising online Chitika che, analizzando i browser utilizzati per accedere alle sue inserzioni, ha valutato iPad superare Xoom 65 contro 1. Questo, comunque, rappresenta sì l’unico tablet con Honeycomb, ma non è l’unico con Android.

Alcuni osservatori hanno in questi numeri visto per Xoom un destino già segnato dal fallimento, ma non tutti sono concordi, anzi: varie ragioni spingono a prenderli con un certo ottimismo . Innanzitutto perché Xoom è al momento disponibile solo sul mercato statunitense , poi perché ad oggi è venduto solo nella versione 3G e non ancora con quella WiFi, il cui prezzo sarebbe più abbordabile.
Il fattore tempo, poi, anche se da prendere con le molle dati i record segnati da Apple già solo nel primo giorno di vendite (300mila all’esordio di aprile 2010), vede il nuovo tablet Android sul mercato da appena poco più di un mese.

Inoltre, dato il costo superiore ad iPad (con Verizon ha esordito a 800 dollari, per scendere a 600 solo con un abbonamento dati), i numeri di Xoom non sarebbero poi così male. E i giudizi degli osservatori sul prodotto in sé, che per esempio ha ottenuto il “consigliato” da parte di Consumer Report come iPad, spingono a non segnare definitivamente il suo destino.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 8 apr 2011
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