Google News, condanna belga

Google News, condanna belga

Gli editori contrari alla visibilità indesiderata dell'aggregatore di notizie di Mountain View si aggiudicano anche il secondo round. L'effetto immediato è quello di rinunciare a 30 per cento del loro traffico
Gli editori contrari alla visibilità indesiderata dell'aggregatore di notizie di Mountain View si aggiudicano anche il secondo round. L'effetto immediato è quello di rinunciare a 30 per cento del loro traffico

La corte d’appello di Bruxelles ha confermato la condanna inflitta a Google News per la visibilità indesiderata cui ha sottoposto gli editori locali riuniti in CopiePresse .

La prima condanna per l’aggregatore di notizie di Mountain da parte della giustizia belga risale al 2007 : in seguito alle proteste degli editori di lingua francese e tedesca riuniti nel gruppo CopiePresse, a Google era stata inflitta una multa da un milione di euro per ogni giorno di ritardo nel rimuovere i link che indirizzavano, offrendo dunque una gratuita pubblicità alla loro visualizzazione, ai siti degli editori denuncianti.

Alla decisione di prima istanza Google aveva naturalmente fatto appello, chiamando in causa l’istituto giuridico dell’ uso legittimo dei contenuti protetti da proprietà intellettuale, il diritto al link e il fatto che agli editori bastasse far richiesta di rimozione direttamente a Mountain View (che nel frattempo ha messo a disposizione strumenti agevolati per questa richiesta ) per non far più parte del suo cerchio di notizie aggregate, oppure renderle non raggiungibili agli spider di Google con soluzioni tecniche come robots.txt .
Il giudice gli ha dato nuovamente torto , anche se ha ridotto la multa da 1 milione a 25mila euro per giorno di ritardo nel rimuovere i link ai giornali dei querelanti.

Google sta pensando ora ad un possibile ricorso in Cassazione.

Nel frattempo gli editori hanno rilanciato e depositato una nuova denuncia in cui chiedono danni tra i 32,8 e i 49,2 milioni di euro per i loro articoli illecitamente indicizzati e archiviati in cache di Google a partire da aprile 2001 e comparsi su Google News dal 2006.

Anche, dunque, se è passato poco più di un decennio dai primi fatti chiamati in causa, gli editori del gruppo Copiepresse sembrano sempre decisi ad opporsi a Google News non comprendendo i vantaggi che comporta per il traffico verso le loro pagine.
Secondo uno studio condotto dal Pew Research Center , per esempio, Google sarebbe responsabile in media del 30 per cento del traffico totale dei maggiori siti di notizie , con Google News a rappresentare il maggior volano di utenti. Facebook, o meglio i suggerimenti, gli “I Like” e i link condivisi in bacheca dai propri amici sarebbe invece responsabile di circa il 3 per cento del traffico. Percentuale che per alcuni siti arriva all’8 per cento.

Claudio Tamburrino

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
9 mag 2011
Link copiato negli appunti