David Guetta, WiFi aperto ai pirati

David Guetta, WiFi aperto ai pirati

Una rete WiFi aperta, un brano non definitivo trafugato da ignoti e fatto circolare online: ora il dj chiede aiuto all'FBI per trovare i responsabili. Sperando che nel frattempo HADOPI non se la prenda con lui
Una rete WiFi aperta, un brano non definitivo trafugato da ignoti e fatto circolare online: ora il dj chiede aiuto all'FBI per trovare i responsabili. Sperando che nel frattempo HADOPI non se la prenda con lui

Il DJ e produttore francese David Guetta lancia la sua personalissima guerra ai pirati: dopo aver subito il furto di alcuni suoi brani a causa di una connessione WiFi tenuta aperta, afferma di aver ingaggiato un ex investigatore dell’FBI per rintracciare il responsabile.

Nella versione di Guetta gli studi discografici hanno sempre una rete WiFi attraverso cui artisti e produttori possono passarsi le tracce musicali su cui devono lavorare, ma stavolta, appostato in una macchina fuori dalle sue stanze ma nel raggio della rete, ci sarebbe stato un misterioso smanettone che avrebbe così avuto accesso ai suoi contenuti.

In conseguenza di ciò, una versione non definitiva di Where Them Girls At ( canzone con Flo Rida e Nicke Minaj) sarebbe stata diffusa online, costringendo così i produttori ad anticipare i tempi di lancio.

“Il nostro lavoro come produttori – spiega David Guetta – consiste nel fare buona musica. Se un demo arriva in Rete e la gente lo considera un prodotto finito potrebbe anche ritenerlo una delusione o una schifezza. E sarebbe odioso”.

La cosa paradossale è che se l’episodio fosse registrato come violazione da parte del sistema HADOPI creato dall’amministrazione Sarkozy a tutela della proprietà intellettuale online, la lettera di diffida arriverebbe a David Guetta stesso, o comunque al titolare della rete WiFi – se diverso da lui – in quanto responsabile della connessione che ha visto compiersi il furto e responsabile delle mancate precauzioni di sicurezza a sua tutela.

Il caso, insomma, conferma di fatto l’interpretazione della materia offerta, da ultimo, da un giudice dell’Illinois che ha valutato che un indirizzo di una macchina non può corrispondere necessariamente ad un cittadino della rete, soprattutto se sono coinvolte reti non protette.

Il DJ e produttore francese racconta peraltro che non si tratta del suo primo scontro con le scorribande informatiche: in passato è stato anche vittima di un episodio di phishing attraverso email nel quale un cracker ha sfruttato il nome di un suo collaboratore per fargli scaricare dei file.

Per questo ora ha deciso di assumere un ex investigatore dell’FBI incaricato di rintracciare il responsabile dell’azione di pirateria informatica.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 mag 2011
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