Poca sicurezza in ufficio? E' colpa sua

Poca sicurezza in ufficio? E' colpa sua

Un intrigante sondaggio tra i lavoratori dipendenti americani rivela che molti di loro si ritengono pronti a difendere le reti informatiche delle aziende in cui sono impiegati. Ma non si fidano dei colleghi
Un intrigante sondaggio tra i lavoratori dipendenti americani rivela che molti di loro si ritengono pronti a difendere le reti informatiche delle aziende in cui sono impiegati. Ma non si fidano dei colleghi


Roma – Pochi tra i dipendenti americani ritengono che i propri colleghi siano in grado, come o meglio di loro, di fronteggiare attacchi ed evitare danni ai sistemi informativi dell’azienda nella quale lavorano. Questo uno dei dati più curiosi tratti dall’ultimo studio della ITAA (Information Technology Association of America).

Secondo l’ Associazione , che ha intervistato circa 760 persone, e non solo americani, solo il 35 per cento di coloro che ha risposto ha dichiarato di avere fiducia nei propri colleghi, che sanno quello che fanno e quali sono i loro doveri. Tutti gli altri, invece, non si fidano e ritengono che sul fronte della sicurezza, quando accade in azienda qualcosa che non dovrebbe accadere, di certo c’è da biasimare la leggerezza di qualche collega.

Il 64 per cento degli intervistati si definisce peraltro “interessato” e “attivo” nella protezione dei sistemi informativi delle imprese in cui è impiegato ma la sfiducia negli altri abbonda.

Se il 65 per cento o giù di lì ritiene che la maggiore vulnerabilità dei sistemi della propria impresa sia nelle persone, solo una metà degli intervistati da ITAA ritiene che i datori di lavoro facciano abbastanza per informare i propri dipendenti sugli effettivi rischi e problemi di sicurezza.

La soluzione? Secondo ITAA, è necessario mettere in campo una certificazione aziendale, basata su brevi corsi capaci di insegnare procedure di cybersicurezza e dare una infarinatura generale su internet, virus e via dicendo. Per ottenere la certificazione l’impresa dovrebbe convincere almeno l’85 per cento dei propri dipendenti a superare il test.

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Pubblicato il
18 giu 2003
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