G8, riflettori e ombre

G8, riflettori e ombre

Prime adesioni e prime critiche per l'iniziativa collaterale al tavolo degli 8 grandi dedicata a Internet. Zuckerberg, Schmidt e Bezos saranno presenti
Prime adesioni e prime critiche per l'iniziativa collaterale al tavolo degli 8 grandi dedicata a Internet. Zuckerberg, Schmidt e Bezos saranno presenti

Si avvicina il giorno del G8, che inizierà il prossimo 26 maggio a Parigi, e con esso si accende il dibattito sull’iniziativa dedicata a Internet collaterale al tavolo che riunisce gli 8 paesi tradizionalmente più potenti del Pianeta, anticipandolo di due giorni: arrivano i primi sì da parte dei rappresentanti delle aziende ICT, ma anche i primi dubbi sulla tavola rotonda voluta dal Presidente francese Nicolas Sarkozy.

All’Eliseo, promotore dell’iniziativa, stanno arrivando le conferme di presenza degli invitati: i primi ad aver risposto e ad essere dunque presenti per parlare di Internet e normativa, gestione dei dati degli utenti raccolti online, tracciamento e net neutrality, sono Mark Zuckerberg, Eric Schmidt e Jeff Bezos.

Ad annunciarlo è, proprio attraverso la sua pagina di Facebook, il Presidente francese Nicolas Sarkozy.

Gli altri invitati sono Bill Gates, Jimmy Wales di Wikipedia, Jack Ma della cinese Alibaba e i francesi Xavier Niel (Iliad), Jacques-Antoine Granjon (Vente-privee.com) e Marc Simoncini (Meetic-Jaina Capital).

Insieme alle conferme, tuttavia, sono state sollevate critiche circa l’opportunità dell’iniziativa: peculiare che gli oppositori, per sostenere le proprie ragioni, si siano riusciti ad accaparrare il dominio g8internet.com , che dunque nonostante il nome non ospita le ragioni dell’evento, ma ne mette in luce tutte le ombre.

A preoccupare è soprattutto il fatto che si tratta di un’iniziativa del padre della dottrina HADOPI e sostenitore di un approccio nei confronti della rete ritenuto dagli osservatori ostile: il Presidente francese, dicono , “vuole imporre il suo concetto di Internet civilizzata “, termini dietro cui si nasconderebbe l’idea di un controllo di stato sulla Rete.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 mag 2011
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