Nuvole su San Francisco, Google non sa perdere

Nuvole su San Francisco, Google non sa perdere

La città californiana sceglie i servizi telematici di Microsoft per la gestione unificata delle email istituzionali. Google si lamenta: il processo di scelta non è stato "equo"
La città californiana sceglie i servizi telematici di Microsoft per la gestione unificata delle email istituzionali. Google si lamenta: il processo di scelta non è stato "equo"

Nuovo episodio della perdurante contesa tra Google e Microsoft per la conquista delle amministrazioni statunitensi con i rispettivi servizi cloud di comunicazione e produttività: la città e la contea di San Francisco hanno scelto di adottare la piattaforma Exchange Online di Redmond come sistema di gestione unificato delle comunicazioni via posta elettronica. Google non è contento della scelta e accusa: il processo di selezione non è stato sufficientemente equo.

L’intesa con Microsoft prevede la migrazione delle email di 23mila impiegati di San Francisco sui server di Exchange Online, per un costo complessivo di 1,2 milioni di dollari nel primo anno, pari a 6,50 dollari per utente al mese. Una volta completata la migrazione, il costo annuale dovrebbe arrivare a un massimo di 1,8 milioni di dollari.

Il passaggio a Exchange Online permette alle amministrazioni di San Francisco di mettere alla porta la frammentazione dei sistemi di email adottati in precedenza, con tutti i vantaggi di assistenza, affidabilità e interoperabilità che la cosa comporta.

I responsabili del piano dicono di aver valutato svariate soluzioni di “software-as-a-service” come Google Apps e Lotus Notes per anni, scegliendo infine Microsoft per la già consolidata adozione dei prodotti di Redmond (on-premise e online) all’interno delle istituzioni locali.

Le motivazioni addotte dai responsabili non sono però sufficienti a placare il malcontento di Google, che avrebbe volentieri affiancato l’amministrazione di San Francisco a quella già conquistata di Los Angeles. Mountain View si dice “delusa” dalla mancata possibilità di competere in maniera adeguata per il contratto, e torna a sostenere che “attraverso un processo di offerta competitivo, la maggioranza dei clienti sceglie Google”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 mag 2011
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