Spazio, esopianeti ospitali e vagabondi gioviali

Spazio, esopianeti ospitali e vagabondi gioviali

Un team di ricercatori sostiene che la Via Lattea è letteralmente straripante di pianeti "orfani" di un sistema stellare propriamente detto. Nel mentre c'è chi individua una "nuova Terra" con giorni e notti perenni
Un team di ricercatori sostiene che la Via Lattea è letteralmente straripante di pianeti "orfani" di un sistema stellare propriamente detto. Nel mentre c'è chi individua una "nuova Terra" con giorni e notti perenni

La Via Lattea sarebbe popolata da migliaia di miliardi di “pianeti orfani”, oggetti celesti con dimensioni non molto diverse da quelle del “nostrano” Giove in circolo attorno al nucleo galattico senza un sistema stellare a cui far riferimento. È quanto sostengono ricercatori giapponesi e neozelandesi dopo aver analizzato i dati raccolti sul centro della Via Lattea tra il 2006 e il 2007.

Le analisi dei ricercatori hanno portato alla classificazione di tracce evidenti dell’esistenza di “almeno” 10 pianeti in navigazione libera, alla ragguardevole distanza di 10-20mila anni luce dalla Terra. Lo studio nippo-neozelandese rappresenterebbe la conferma sperimentale della previsione dell’esistenza di esopianeti orfani, e potrebbe gettare nello scompiglio gli attuali modelli per la formazione e l’evoluzione dei sistemi planetari.

Gli scienziati hanno stimato la diffusione degli esopianeti orfani nella galassia basandosi sul “campione” individuato nei dati sperimentali, e anche se tali dati fanno riferimento a giganti gassosi simili a Giove non è da escludere l’eventualità che il numero di esopianeti in navigazione libera sia in realtà ancora superiore a quanto è possibile analizzare con la moderna tecnologia.

La stessa tecnologia avrebbe nondimeno permesso l’individuazione di una “nuova Terra” all’interno del sistema stellare Gliese 581: il pianeta si chiama Gliese 581d , mostra sempre la stessa faccia alla sua stella di riferimento ed è dunque caratterizzato da giorni e notti perenni sui due lati opposti della superficie, ha un’atmosfera ricca di anidride carbonica con clima temperato, un’alba permanente, una gravità che è il doppio di quella terrestre.

Ma soprattutto, al contrario del precedentemente discusso Gliese 581g , il nuovo pianeta esiste e si trova nella zona abitabile: sarebbe dunque ospitale per la vita, ma irraggiungibile con la tecnologia attuale vista la distanza di 20 anni luce dalla Terra. Si attendono candidati “di classe M” meno lontani con le nuove osservazioni che saranno rese possibili dal “nanosatellite” ExoPlanetSat sviluppato da MIT e Draper Laboratory.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 mag 2011
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