Eric Schmidt e la banda dei quattro

Eric Schmidt e la banda dei quattro

Microsoft non riuscirebbe a guidare la rivoluzione voluta dai consumatori. Così il chairman di Google, che ammette le sue colpe social e parla di un mercato dominato da quattro top player
Microsoft non riuscirebbe a guidare la rivoluzione voluta dai consumatori. Così il chairman di Google, che ammette le sue colpe social e parla di un mercato dominato da quattro top player

La sua partita è durata 90 minuti esatti, giocata a tutto campo sul palco delle D9 conference di Rancho Palos Verdes, California. Un match subito votato al pressing più asfissiante, diretto dall’attuale chairman di Google Eric Schmidt verso le vaste fasce dell’intero universo IT.

L’affondo di Schmidt è stato improvvisamente violento, nei confronti di un agguerrito contendente come Microsoft. Il colosso di Redmond ha dovuto subire un’amara esclusione, da quella che lo stesso chairman di Google ha descritto come la gang of four del mercato della tecnologia.

Questa banda dei quattro sarebbe formata da Apple, Facebook, Amazon e – ovviamente – dalla stessa BigG. Microsft non guiderebbe attualmente la rivoluzione pensata e fortemente voluta da tutti i consumatori del mondo . A nulla servirebbe il successo ottenuto da Xbox: si tratterebbe di un settore diverso da quello presidiato da smartphone e servizi web based .

Il rivale più pericoloso per Google resterebbe dunque l’azienda di Cupertino, al di là di una diversa filosofia negli ambienti mobile . Schmidt ha infatti sottolineato come Apple blindi i suoi sviluppatori, al contrario di Android che li lascerebbe liberi di assecondare i gusti e le esigenze del mercato delle applicazioni .

Ma la Mela resta certamente un alleato prezioso per l’azienda di Mountain View. Lo stesso Schmidt ha infatti annunciato un nuovo accordo per mantenere le feature di Google Maps – così come dell’intero search – all’interno di dispositivi come iPhone. Una stretta di mano che, stando a precedenti indiscrezioni, frutterebbe ad Apple 100 milioni di dollari l’anno .

Il centravanti social di Google sembrerebbe però spuntato, seguendo ancora il ragionamento offerto da Schmidt. Per sua stessa ammissione , l’ex-CEO di BigG avrebbe “combinato un casino” con le già fallimentari strategie sociali dell’azienda. Una di queste è certamente legata a Buzz, al centro di una bufera violentissima per questioni di privacy.

Google avrebbe dunque provato a stringere accordi con il colosso in blu Facebook, per una sorta di integrazione delle informazioni personali di milioni di utenti del social network . Ma il sito di Mark Zuckerberg avrebbe mostrato una certa ritrosia all’idea di offrire a Google le chiavi per il suo vasto reame social.

La grande paura di BigG pare incarnarsi in un solo aggettivo: obsoleto. Il passaggio del testimone dallo stesso Schmidt a Larry Page pare un evento quasi simbolico. E Google Offers si porrà come una nuova sfida di mercato per l’azienda di Mountain View, un diretto rivale di Groupon che si integrerà alle tecnologie NFC di Wallet .

Ma Schmidt sembra non sottovalutare quello che potrebbe essere un costante monitoraggio da parte delle autorità statunitensi. Una vera e propria sfida parallela su privacy e antitrust, data la vasta mole di informazioni e settori di mercato coperti dall’azienda. Sarà Washington il temibile arbitro della finale dei campioni dell’IT?

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
1 giu 2011
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