Malaysia, la lista nera del file sharing

Malaysia, la lista nera del file sharing

Il governo di Kuala Lumpur ha redatto una lista di dieci siti P2P che saranno oggetto di blocchi da parte degli ISP nazionali. Mentre il Regno Unito si prepara a combattere la propaganda terroristica in Rete
Il governo di Kuala Lumpur ha redatto una lista di dieci siti P2P che saranno oggetto di blocchi da parte degli ISP nazionali. Mentre il Regno Unito si prepara a combattere la propaganda terroristica in Rete

Lo stato della Malaysia ha seriamente deciso di marcare stretto la Rete. Dopo l’istituzione del servizio di posta elettronica istituzionale obbligatoria, la Malaysia ha ordinato agli ISP nazionali di bloccare 10 siti ritenuti dediti al file sharing in violazione del Malaysian Copyright Act del 1998.

La lista nera include: The Pirate Bay , warez-bb.org , movie2k.to , megavideo.com , putlocker.com , depositfiles.com , duckload.com , fileserve.com , filestube.com e megaupload.com .

La comunicazione proviene dalla Malaysian Communications and Multimedia Commission (SKMM) dopo che gli utenti della Rete avevano segnalato un sensibile calo della velocità di connessione e, in alcuni casi, l’inaccessibilità totale a siti quali Megaupload e Fileserve . A questo punto, una lettera di protesta è stata inviata alla commissione nazionale che si occupa di regolare le telecomunicazioni nello stato asiatico, con la richiesta di far luce sul nuovo regime di filtri che colpiscono la Rete.

La risposta non è tardata ad arrivare: la Commissione dichiara, sostanzialmente, di avere il dovere di proteggere e difendere le leggi malesi da ogni possibile tentativo di violazione .

Secondo gli osservatori una decisione del genere si pone in contrasto con le recenti dichiarazioni rilasciate dal primo ministro Datuk Seri Najib Razak, il quale aveva promesso che il suo governo non avrebbe più tentato di soffocare la Rete.

Sullo stesso solco, sebbene con fini e diversi, si colloca una proposta del governo britannico che vorrebbe creare una ulteriore “national blocklist” per prevenire l’accesso a siti volti alla promozione del fondamentalismo islamico e altri estremismi .

Secondo il segretario di stato Theresa May, la proposta è volta a fronteggiare le minacce terroristiche alle quali è costantemente sottoposto il Regno Unito. Le misure di filtraggio di determinati contenuti illegali online rientrano nella strategia governativa finalizzata alla prevenzione del terrorismo. I soggetti che si intende tutelare sono le scuole, i college e le biblioteche, i cui computer saranno costantemente monitorati.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
14 giu 2011
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