Il bosone di Higgs, presto su tutti gli schermi

Il bosone di Higgs, presto su tutti gli schermi

La cattura della particella di Dio sarebbe oramai alla portata degli scienziati del CERN e del TEVATRON. Trovato il recinto dentro cui cercarla, non resta che fare la sua conoscenza
La cattura della particella di Dio sarebbe oramai alla portata degli scienziati del CERN e del TEVATRON. Trovato il recinto dentro cui cercarla, non resta che fare la sua conoscenza

La caccia al bosone di Higgs si avvia alla sua fase conclusiva: la più eccitante, dicono i ricercatori al di là e al di qua dell’Atlantico, ora più che mai convinti di aver calcolato i livelli di energia entro i quali l’elusivo componente subatomico dovrebbe fare la sua comparsa nell’intricata rete di dati raccolta negli acceleratori di particelle.

Della scoperta della “particella di Dio” si parla da anni, e le speculazioni non fanno che crescere col passare del tempo: confermare o negare l’esistenza della particella in grado di fornire massa alle altre particelle elementari rivoluzionerebbe le conoscenze sin qui date per scontate sulla fisica dei quanti.

Due recenti analisi condotte nei rivelatori del Large Hadron Collider europeo e in quelli del Tevatron statunitense confermano che se il bosone di Higgs esiste, allora esso deve necessariamente trovarsi fra i 120 e i 180 Giga Electronvolt : una fascia energetica in cui i ricercatori hanno individuato particelle “in eccesso” rispetto a quanto previsto dalla teoria del modello Standard.

“Nel corso dei prossimi mesi – annuncia Stefan Soldner-Rembold del Tevatron – continueremo a migliorare i nostri metodi di analisi e ad analizzare i nostri data set completi. La caccia per il bosone di Higgs sta entrando nella sua “fase più entusiasmante”, dice Soldner-Rembold, e non è detto che a vincere questa peculiare gara scientifica sia necessariamente l’LHC.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 lug 2011
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