Asta LTE, via alla gara

Asta LTE, via alla gara

Scatta la scadenza per l'ammissione alla gara che entrerà nel vivo a settembre. In sospeso ancora il destino delle frequenze occupate dalle emittenti televisive, a cui si aggiunge il rischio tecnico di "accecamento"
Scatta la scadenza per l'ammissione alla gara che entrerà nel vivo a settembre. In sospeso ancora il destino delle frequenze occupate dalle emittenti televisive, a cui si aggiunge il rischio tecnico di "accecamento"

È scaduta la deadline per presentare le domande di partecipazione alla gara che entrerà nel vivo, se tutto va bene, a settembre, e da cui il Governo si aspetta di incassare una cifra compresa tra i 2,4 e i 3,1 miliardi di euro.

In attesa che la gara entri dunque effettivamente nel vivo, i partecipanti potranno sfruttare il mese di agosto per approntare al meglio le rispettive offerte : questa prima fase prevede solo una prima scrematura.

La partecipazione di tutti gli operatori mobile nazionali era scontata. Oltre a Telecom Italia, H3G, Wind Telecomunicazioni e Vodafone c’è Linkem, la società di telecomunicazioni specializzata in WiMAX. Si attendeva la “sorpresa” PosteMobile, che invece non ha chiesto l’ammissione alla gara.

Gli operatori nelle rispettive offerte potranno anche puntare ad ottenere solo una frazione delle frequenze messe a gara.

In totale si parla di 255 Mhz, le frequenze 800, 1800, 2000 e 2600, che verranno divise in blocchi e rese teoricamente disponibili dal gennaio 2013.
Devono tuttavia ancora essere liberate dal ministero della Difesa e dalle emittenti televisive teoricamente trasferite sul digitale terrestre, che non hanno escluso la possibilità di dare battaglia. Per queste ultime, peraltro, è stata decisa la liberazione coatta per il 31 dicembre 2012 , ma la faccenda potrà essere eventualmente affrontata nei ricorsi delle interessate al TAR che potrà riconoscere eventualmente risarcimenti a favore delle emittenti sfrattate .

A questi rischi si aggiunge il fatto che, secondo quanto scrive Milano Finanza , alcune zone d’Italia potrebbero essere oscurate in base al fenomeno dell'”accecamento” che si manifesta in caso di sovrapposizione di frequenze di alta qualità .
In pratica, le frequenze destinate alla telefonia (da canale 61 al 69 del digitale terrestre) rischiano di sconfinare sui canali immediatamente precedenti attualmente affidate a Mediaset per la sperimentazione dell’alta definizione e già inseriti nel beauty contest per i cinque multiplex avviato dal ministero.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 28 lug 2011
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