UK, diritto d'autore ma meno rigido

UK, diritto d'autore ma meno rigido

Prevista una sostanziale revisione del famigerato Digital Economy Act (DEA). Il blocco dei siti potrebbe finire nel dimenticatoio. E si potranno effettuare copie di CD/DVD per uso strettamente personale
Prevista una sostanziale revisione del famigerato Digital Economy Act (DEA). Il blocco dei siti potrebbe finire nel dimenticatoio. E si potranno effettuare copie di CD/DVD per uso strettamente personale

Una repentina inversione di marcia, recentemente annunciata dal governo di Londra sul famigerato Digital Economy Act (DEA), la legge britannica che dovrebbe dare avvio ad uno spietato giro di vite su vari siti colti in violazione del copyright. I vertici di Ofcom avrebbero infatti trovato impraticabili le specifiche misure ipotizzate per il blocco degli spazi votati alla diffusione di link o contenuti illeciti .

Ad annunciarlo è stato il ministro britannico per l’Economia Vince Cable, dopo che vari provider avevano lanciato l’allarme, preoccupati di trasformarsi in poliziotti della Rete. La stessa industria cinematografica aveva da poco ottenuto in aula una specifica ordinanza per obbligare l’ISP British Telecom (BT) a bloccare gli accessi al sito di indexing Newzbin2 .

Il ministro Cable ha dunque sottolineato come altre strade legali debbano essere trovate per tutelare online i diritti di proprietà intellettuale. Ma non si tratta delle uniche novità annunciate dal governo britannico, che sembra intenzionato a dare ascolto al precedente report dell’illustre docente universitario Ian Hargreaves. “Grandi cambiamenti” sarebbero dunque in arrivo, almeno secondo Cable.

Lo studio di Hargreaves aveva infatti parlato chiaro: il Regno Unito è una delle poche nazioni europee a non aver implementato alcun contesto legislativo sul cosiddetto format shifting , il trasferimento – ad uso personale – di un contenuto audiovisivo da un supporto all’altro. Un passaggio fondamentale per aprire un nuovo ciclo del copyright britannico, più vicino alle esigenze degli utenti ma soprattutto del business.

Sembra che le autorità d’Albione abbiano recepito il messaggio, nell’ottica di una revisione più generale delle stesse previsioni legislative del Digital Economy Act (DEA). Legalizzare la copia privata significherebbe mettersi al passo degli altri paesi europei, oltre che considerare le normali attività di milioni di utenti in terra britannica. Cable l’ha comunque precisato: nessuna diffusione online delle copie private verrà autorizzata .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
3 ago 2011
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