Corea del Sud, via libera allo pseudonimo?

Corea del Sud, via libera allo pseudonimo?

In attacchi informatici come gli ultimi subiti, i danni per i netizen, obbligati a usare i loro nomi reali, risultano decuplicati dal loro utilizzo
In attacchi informatici come gli ultimi subiti, i danni per i netizen, obbligati a usare i loro nomi reali, risultano decuplicati dal loro utilizzo

Il Governo sudcoreano starebbe pensando di abbandonare l’attuale sistema di autenticazione online che obbliga all’utilizzo esclusivo dei nomi reali .

La normativa che obbliga i siti che raccolgono più di 100mila visite al giorno a raccogliere nomi e generalità dei netizen , così costretti ad utilizzare i propri veri nomi, aveva negli anni passati spinto, per esempio, Google a rinunciare in parte a operare nel Paese.

A convincere le autorità , tuttavia, non sarebbe stata la pressione di aziende ICT come Google, ma l’ attacco subito da alcuni siti locali in cui sarebbero stati compromessi i dati sensibili di oltre 35 milioni di utenti . Naturalmente con il fatto che i netizen sono costretti ad adottare i propri nomi reali, la fuga di dati conseguente è più grave e apre a maggiori possibilità di illecito sfruttamento dell’identità altrui.

Il ministro della Pubblica Amministrazione e della Sicurezza deve così ora riferire al Governo delle possibili misure che si potrebbero adottare per difendere le informazioni personali online dei cittadini: tra queste sembra esserci anche l’ipotesi di abolire l’attuale sistema di registrazione con nomi reali.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 16 ago 2011
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