Armani.it, il caso in Parlamento

Armani.it, il caso in Parlamento

All'attacco il senatore verde Fiorello Cortiana, che parla di usurpazione di cognome e di aggressione a internet. Annuncia una interrogazione e offre sostegno legale a Luca Armani per difendersi dall'omonima multinazionale della moda
All'attacco il senatore verde Fiorello Cortiana, che parla di usurpazione di cognome e di aggressione a internet. Annuncia una interrogazione e offre sostegno legale a Luca Armani per difendersi dall'omonima multinazionale della moda


Roma – “La sentenza Armani.it stravolge il diritto di internet”. Così il senatore verde Fiorello Cortiana ha voluto commentare il clamoroso caso del dominio armani.it , dominio che il tribunale di Bergamo ha assegnato alla Giorgio Armani SpA nonostante dal ’97 appartenesse a Luca Armani e al suo timbrificio.

“Oggi il sistema di internet è messo a dura prova – ha affermato Cortiana – il sistema della Consip , venuto alla ribalta con la faccenda dei buoni pasto, introdotto dal governo sta cancellando dal mercato tantissime aziende nel settore delle nuove tecnologie togliendo loro la possibilità di competere e quindi impedendo la formazione di un autonomo e armonico sviluppo tecnologico sull’intero territorio nazionale”. “Il recente decreto Gasparri sul wi-fi – ha continuato il senatore – sembra scritto ad arte per penalizzare le piccole imprese e con loro la possibilità di una abilità tecnica diffusa anche in questo settore a favore delle grandi aziende telefoniche”.

“Ma la questione che veramente segna il punto di non ritorno verso l’imbarbarimento di quel gioiello chiamato Internet – ha sottolineato Cortiana – è stata la recente sentenza del tribunale di Bergamo con cui la multinazionale Armani spa ha sottratto il dominio armani.it al timbrificio del sig. Luca Armani”.

Come noto la sentenza su Armani.it ha suscitato un vespaio di polemiche perché per la prima volta un dominio.it che riprende il cognome di chi lo ha registrato viene di fatto riassegnato a terzi, detentori di un marchio corrispondente.

Il senatore verde su questo punto va dritto al cuore del problema: “Con questa sentenza si colpisce quello che si considerava un pilastro di Internet, ovvero il diritto al proprio cognome. Si toglie ai poveri per dare ai ricchi, le multinazionali, a cui tutto è dovuto e che tutto pretendono, in ogni campo”.

Cortiana, che nella nota diffusa ieri sostiene con forza “la vera missione della grande rete”, quella di “annullare le distanze e avvicinare gli uomini”, ha spiegato come soldi e affari non possono interferire con essa ma “oggi, invece, alcuni vorrebbero trasformare internet unicamente in un supermercato”.

“Per affermare i valori originari di Internet e per affermare il diritto degli utenti e delle piccole aziende a poter operare in un sistema equo e non controllato dagli interessi talvolta inconfessabili di gruppi economici molto potenti – ha concluso Cortiana – ho presentato una interrogazione parlamentare e i Verdi, insieme all’associazione Newglobal.it, hanno deciso di offrire l’assistenza di un legale esperto di diritto dell’informatica al timbrificio Armani nella speranza che questa battaglia di civiltà in difesa dell’essenza stessa di Internet possa rappresentare un primo sbarramento ad ogni deriva oligarchica almeno su Internet”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 4 lug 2003
Link copiato negli appunti