Sistri finisce nel cestino

Sistri finisce nel cestino

Dalla volontà di portarlo avanti nonostante tutto, alla necessità di tagliarlo perché costo insostenibile in tempo di crisi. L'amara parabola della tracciabilità dei rifiuti
Dalla volontà di portarlo avanti nonostante tutto, alla necessità di tagliarlo perché costo insostenibile in tempo di crisi. L'amara parabola della tracciabilità dei rifiuti

Sistri, il sistema per la tracciabilità elettronica dei rifiuti, finisce alle ortiche, almeno secondo l’attuale versione della manovra finanziaria che il Governo italiano ha dovuto annunciare in pieno agosto per calmare i mercati finanziari.

Il ministro dell’Ambiente attuale responsabile del progetto, Stefania Prestigiacomo, ha definito la sua abolizione “un regalo alle ecomafie”: Sistri, spiega, permette di “seguire il percorso dal produttore allo smaltimento finale, contrastando tutti gli smaltimenti illeciti”.

L’entrata in vigore del sistema era stata travagliata da ripensamenti e rinvii legati soprattutto ai problemi tecnici del sistema informativo di supporto e dalle proteste delle aziende che lamentavano problemi e lentezze nell’impiegarlo .

Tuttavia, si tratta, come sottolinea ora la Prestigiacomo, di “un obbligo comunitario”, oltretutto “a costo zero per le casse dello Stato”. Anzi: le sanzioni legate al trasporto abusivo di rifiuti (in un modo o nell’altro introiti statali) sembrano essere sospese perché in bilico tra l’abolizione del vecchio sistema e l’attesa dell’entrata in vigore del nuovo.

Anche per questo sono intervenute anche le associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente, altrettanto critiche nei confronti della decisione compresa nella nuova manovra finanziaria: la lotta all’illegalità ambientale, dicono, diventerebbe per il Governo solo un’operazione di facciata e soprattutto il taglio sarebbe solo un falso risparmio in quanto sprecherebbe gli investimenti finora sostenuti e le due annualità già versate per il servizio dalle aziende .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
16 ago 2011
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