UK, indagini per sobillazione online

UK, indagini per sobillazione online

Istituito un comitato per valutare la reazione della polizia. Nelle indagini sono stati coinvolti i servizi segreti e sono state fermate 3mila persone. Alcune solo per una pagina su Facebook
Istituito un comitato per valutare la reazione della polizia. Nelle indagini sono stati coinvolti i servizi segreti e sono state fermate 3mila persone. Alcune solo per una pagina su Facebook

Mentre continua il dibattito sul ruolo dei social network e sui possibili interventi nei loro confronti, nel Regno Unito si fanno sentire online e non le conseguenze dei fatti violenti che hanno squassato Londra nei giorni scorsi .

Un comitato ad hoc è stato istituito per monitorare le reazioni della polizia ed uno degli argomenti su cui gli agenti sono stati ascoltati è il monitoraggio dei social network, questione su cui non sembra tuttavia esserci uniformità di giudizio.
La polizia britannica afferma di aver impedito attacchi indirizzati contro il sito designato delle Olimpiadi, Oxford Street e i centri commerciali di Westfields.

Il vicecommissario della polizia metropolitana di Londra Lynne Owens ha infatti dichiarato che grazie al controllo di Twitter e, soprattutto, di Blackberry Messenger la polizia ha potuto individuare come possibili obiettivi designati il sito dedicato alle Olimpiadi, Oxford Street e i centri commerciali di Westfields. Riuscendo di conseguenza ad intervenire per prevenire lo scoppio di eventuali nuovi focolai di violenza.

Il commissario Tim Godwin, d’altra parte, ha ribadito di aver chiesto alle autorità di prendere in considerazione la chiusura dei social network: anche se possono essere strumenti di organizzazione, ha raccontato, possono altresì essere adottati per depistare le autorità.

È a partire dai social network, d’altronde, che sono stati condotti alcuni degli arresti conseguenti ai fatti che hanno a messo a ferro e fuoco la capitale britannica nei giorni scorsi: la polizia in particolare sembra essere alla caccia di istigatori.
Sempre che non si voglia parlare di caccia alle streghe: per le indagini sui social network (e i conseguenti arresti) sono stati coinvolti l’ agenzia di intelligence MI5 e il quartier generale per le comunicazioni del governo GCHQ .

Le intenzioni delle autorità sono serissime : 3mila persone sono già state fermate , con accuse che vanno dal furto di gelati a quello di computer (tra cui un Mac Book Pro recuperato attraverso il programma Prey) e 1.200 sono già comparse davanti al giudice ricevendo pesanti condanne .

Tra queste, i casi più eclatanti, che hanno anche sollevato polemiche , sono quelli del 21enne Jordan Blackshaw e del 22enne Perry Sutcliffe-Keenan, entrambi reoconfessi e condannati a quattro anni di prigione per il reato di “incitazione ai disordini”. La loro colpa è stata, in pratica, quella di aver scritto messaggi e creato eventi Facebook in cui spingevano altri a compiere atti di vandalismo verso obiettivi precisi : in particolare il quartiere di Northwich Town, peraltro alla prova dei fatti non toccato dalle violenze, e Latchford.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 17 ago 2011
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