Wikileaks vittima di sé stessa?

Wikileaks vittima di sé stessa?

Il sito "spione" per antonomasia sarebbe a sua volta caduto vittima di una "spifferata" con tanto di distribuzione non autorizzata di documenti diplomatici. In gioco c'è forse l'attenzione dei media, ma anche la vita degli informatori
Il sito "spione" per antonomasia sarebbe a sua volta caduto vittima di una "spifferata" con tanto di distribuzione non autorizzata di documenti diplomatici. In gioco c'è forse l'attenzione dei media, ma anche la vita degli informatori

Può un sito che vive di scoop come Wikileaks essere a sua volta immune dalla fuoriuscita non voluta di documenti riservati e particolarmente sensibili? A quanto pare no: dagli organi d’informazione tedeschi arriva la conferma dell’esistenza di un archivio ripieno dei suddetti documenti, pubblicamente disponibile con tanto di chiave di (de)cifratura per superarne la protezione.

A rivelare l’esistenza dell’archivio di documenti super-segreti è Der Freitag , e a confermare la veridicità del “leak” ci pensa in seguito Der Spiegel : l’editor del Freitag Steffen Kraft ha “trovato” online ben 1,73 Gigabyte di cablo diplomatici provenienti dai server di Wikileaks, cablo che a differenza di quelli ufficialmente distribuiti al pubblico sin qui non contengono omissioni nemmeno per quanto riguarda le fonti di informazione da cui arrivano le soffiate.

Per poter visionare i cablo è necessario possedere l’apposita chiave di decrittazione, ma Kraft sostiene che anche quest’ultima risulta essere liberamente disponibile online. La fonte del “leak da Wikileaks” è ignota, ma tra le ipotesi ci sarebbe il tiro mancino dell’ex-“wikileaker” Daniel Domscheit-Berg recentemente divenuto noto per il suo astio nei confronti del “boss” di Wikileaks Julian Assange.

La guerra fra Assange e il suo ex-collaboratore avrebbe come possibile obiettivo la conquista (o nel caso di Wikileaks la riconquista) dell’attenzione dei media mondiali – in tutt’altre faccende affaccendati dopo lo scandalo globale dei cablo diplomatici dei mesi passati.

Particolarmente sensibile è infine l’argomento “fonti riservate e spie”: i cablo non redatti metterebbero a rischio la vita di chi ha fornito le informazioni di prima mano, e in questo senso la lotta per l’attenzione dei media tra Assange e i suoi epigoni potrebbe trasformarsi in un bagno di sangue nelle zone calde del pianeta.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 29 ago 2011
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