Pakistan, stop alle navigazioni cifrate

Pakistan, stop alle navigazioni cifrate

Tutti i provider locali dovranno segnalare alle autorità l'eventuale sfruttamento di reti VPN. Una misura che servirà a combattere meglio il terrorismo secondo il governo di Islamabad. Una nuova arma di censura?
Tutti i provider locali dovranno segnalare alle autorità l'eventuale sfruttamento di reti VPN. Una misura che servirà a combattere meglio il terrorismo secondo il governo di Islamabad. Una nuova arma di censura?

In principio era il blocco dei social network più popolati della Rete, a partire da Facebook e il suo blasfemo materiale sul profeta Maometto. Le autorità del Pakistan hanno ora bandito l’uso delle cosiddette Virtual Private Network (VPN) , reti sfruttate da milioni di utenti locali per aggirare la censura governativa.

Una stretta ulteriore sul Pakistan Internet Exchange , l’infrastruttura che dirige tutto il traffico in terra pakistana. Il governo di Islamabad ha così ordinato a tutti i provider locali di segnalare l’eventuale sfruttamento di reti VPN per navigare online o mandare messaggi di posta elettronica .

A deciderlo è stato l’organo che in Pakistan regola tutte le telecomunicazioni: meccanismi di cifratura dovranno dunque essere segnalati dai provider, mentre tutti coloro che vorranno sfruttare una VPN saranno obbligati a chiedere uno specifico permesso . Una mossa che – almeno secondo la versione ufficiale – aiuterà il paese a combattere meglio il costante pericolo del terrorismo internazionale.

Gli ordini delle autorità pakistane non sono ovviamente piaciuti a istituti bancari e in generale al business basato sul web, che hanno bisogno di reti cifrate per proteggere dati finanziari o comunque sensibili . “È come bandire le auto perché vengono usate dai kamikaze con le bombe”, ha aggiunto il CEO della software house locale Creative Chaos.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
31 ago 2011
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