Brevetti, Microsoft difende ActiveX

Brevetti, Microsoft difende ActiveX

Una piccola azienda americana dopo tre anni di accuse porta in tribunale il big di Redmond. Eolas ritiene di avere il brevetto su tecnologie che, in realtà, usano in tanti
Una piccola azienda americana dopo tre anni di accuse porta in tribunale il big di Redmond. Eolas ritiene di avere il brevetto su tecnologie che, in realtà, usano in tanti


Washington (USA) – Agitando un brevetto ottenuto nel 1998, una piccola azienda sta cercando, dal 1999, di trascinare Microsoft in tribunale con ogni mezzo per la tecnologia ActiveX sviluppata dal big di Redmond. Secondo Eolas, infatti, si tratterebbe di tecnologie che violano il proprio brevetto.

Il brevetto in questione parla di un “metodo distribuito ipertestuale che consente il richiamo automatico di una applicazione esterna che fornisce interazione e visualizzazione degli oggetti integrati all’interno di un documento ipertestuale”.

Eolas gestisce il brevetto per conto degli inventori di questa tecnologia, ricercatori dell’Università della California, e ritiene che ActiveX esegua esattamente quanto previsto dal proprio brevetto, ma senza l’autorizzazione (leggi royalty pagate) di Eolas.

Microsoft in due occasioni aveva tentato di indurre il giudice a dismettere il caso o quantomeno a limitare i danni, non specificati da Eolas, al solo contesto del mercato americano. Il giudice distrettuale ha però deciso che invece c’è sufficiente “humus” per dare vita ad un procedimento giudiziario che inizia proprio in queste ore.

Va detto, però, che nel brevetto Eolas sembrano ricadere numerose altre tecnologie ampiamente utilizzate in rete, non solo certo ActiveX di Microsoft. Java, per esempio, offre funzionalità simili, così come uno dei plug-in di Netscape Navigator. Non è dunque chiaro, ancora, quali sarebbero le effettive conseguenze di una eventuale vittoria di Eolas contro Microsoft.

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Pubblicato il
9 lug 2003
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