Antitrust, Google e la lezione di Microsoft

Antitrust, Google e la lezione di Microsoft

Schmidt ha difeso l'operato e l'imparzialità di Google: ma la Commissione che ha organizzato l'udienza è rimasta con i dubbi iniziali. La palla passa all'antitrust
Schmidt ha difeso l'operato e l'imparzialità di Google: ma la Commissione che ha organizzato l'udienza è rimasta con i dubbi iniziali. La palla passa all'antitrust

Eric Schmidt ha parlato per Google all’ udienza chiesta dal Senato per investigare su possibili pratiche anti-concorrenziali adottate da Mountain View

Schmidt ha ribadito tutto quello che sta facendo Google per non essere cattiva . Ha peraltro detto di aver preso a lezione l’esperienza di Microsoft e del suo dominio del settore software per non cadere nelle stesse pratiche anticoncorrenziali. Anche Google, come ha ammesso lo stesso Schmidt, ha un monopolio nel settore dove opera, ma per l’ordinamento statunitense è illegale non tanto la posizione di monopolista, quanto il suo abuso.

In quest’ottica, Mountain View ha sottolineato l’iniziativa Data Liberation Front (che permette agli utenti di esportare i dati conservati sui servizi Google per migrarli ad altre piattaforme), si è scusato per gli errori commessi lungo la strada (la privacy violata sia da Buzz che dalle macchine di Street View ) e ha tentato di rassicurare tutti sull’imparzialità delle ricerche offerte da Google ai propri utenti.

Proprio questo è il punto su cui sono più dubbiosi i politici e in particolare i Senatori Mike Lee, Al Franken e Richard Blumenthal che hanno incontrato Big G.

Al Franken è arrivato a suggerire di costituire un comitato di esterni per revisionare il sistema di ranking del motore di ricerca . Ipotesi esclusa dall’avvocato di Google Susan Creighton.

Intanto continua l’indagine della Federal Trade Commission e gli accusatori di BigG rumoreggiano.

Secondo il CEO di Nextag Jeff Katz, Mountin View avrebbe abbandonato i principi fondamentali del fair play per concentrarsi sulla crescita dei profitti, favorendo nei risultati di ricerca i propri servizi come Google Shopping.

Sulla stessa linea l’avvocato di Expedia e il CEO di Yelp Jeremy Stoppelman, secondo cui “Google non è più in affari per indirizzare le persone verso la miglior fonte di informazione sul Web. Adesso spera di essere lei stessa la destinazione finale del traffico”.

In attesa di affrontare, dopo la Commissione del Senato, anche gli altri oppositori, Google si è attrezzata con una pagina Web che raccoglie tutti i dubbi finora sollevati con le relative risposte: qui illustra le ragioni già spiegate da Schmidt ai Senatori.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
22 set 2011
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