Twitter e il #TunnelGelmini

Twitter e il #TunnelGelmini

Dopo la moschea di Sucate, la politica torna protagonista di una gaffe che scatena l'ironia del Web. Hashtag, polemiche, risposte piccate dal Ministero dell'Istruzione
Dopo la moschea di Sucate, la politica torna protagonista di una gaffe che scatena l'ironia del Web. Hashtag, polemiche, risposte piccate dal Ministero dell'Istruzione

Dopo la sorprendente scoperta scientifica fatta nei giorni scorsi al Cern di Ginevra in collaborazione con il laboratorio italiano del Gran Sasso, il ministro dell’Istruzione Università e ricerca Mariastella Gelmini ha emesso comunicato entusiastico con una macroscopica gaffe che ha inevitabilmente scatenato l’ironia della Rete.

Nell’enfasi di sottolineare il ruolo svolto dall’Italia nella scoperta, infatti, il Ministro ha parlato prima di “vittoria epocale” (termine che suggerisce la sconfitta di qualcuno e che dà per appurati dei risultati ancora tutti da verificare ), e poi di partecipazione del nostro paese con circa 45 milioni di euro per la “costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento”.

Così, insomma, i neutrini più veloci della luce sono arrivati secondi: a tener banco la gaffe dello staff del Ministero dell’istruzione che è sembrato riferirsi all’esistenza di un tunnel fisico lungo poco più di 700 chilometri tra il CERN e il Gran Sasso: un’opera che sarebbe stata altrettanto straordinaria dell’avvenuta scoperta, soprattutto perché finora nascosta a tutti.

Sembra evidente che la consulenza scientifica del Ministero abbia avuto problemi di comunicazione con l’ufficio stampa, il cui team ha bucato il senso delle spiegazioni o sbagliato completamente la narrazione di come l’Italia abbia partecipato agli sforzi della ricerca scientifica del CERN.

Tanto è bastato per scatenare l’ironia del Web: tutto è partito, come con la gaffe sul fantomatico quartiere di Sucate del team della Moratti durante la campagna elettorale per le comunali di Milano, da Twitter, dove è ancora in corso la corsa alle battute raccolte sotto l’hashtag #tunnelgelmini : queerrilla spiega che “non si vede la luce alla fine del #tunnelgelmini perché arriva dopo” e fabiux che “i neurini sono particelle elementari che si sprigionato quando esplode una Mariastella”, mentre iverzola si fa la domanda fondamentale: “Nel #tunnelgelmini c’è l’uscita #Sucate?”.

Da Twitter la polemica è poi dilagata: è arrivata addirittura su Famiglia Cristiana che ha dedicato un articolo alla presa in giro del Ministro alle prese con un neutrino irriverente. La gaffe ha, quindi, assunto inevitabilmente una connotazione polemica, che ha visto contrapposti da una parte il Ministero dell’istruzione, e dall’altra la Rete a cui si è aggiunta l’opposizione: Manuela Ghizzoni, capogruppo PD commissione Cultura Camera dei deputati si è chiesta se si trattasse di una delle fantomatiche “grandi opere” sempre promesse dal Governo Berlusconi, mentre il segretario della Flc (Federazione Lavoratori della Conoscenza) Cgil Mimmo Pantaleo ha chiesto le dimissioni del Ministro.

L’ironia più amara sembra poi arrivare da UDU (Unione degli Universitari), Rete 29 Aprile (Ricercatori per una università pubblica, libera e aperta) e le altre associazioni di categoria: i ricercatori italiani sono in aperta polemica con il Ministero, con riforme che sembrano voler ridurre i fondi a disposizioni della ricerca, ritardi nell’erogazione degli stessi e blocco dei contratti di ricerca e la loro situazione, dopo queste gaffe che sembrano sottolineare ignoranza da parte del Ministro o del suo staff, sembra ancora più paradossale.

Dalla Gelmini, che avrebbe potuto probabilmente salvare il salvabile ammettendo il macroscopico errore e imputandolo ad una svista sintattica (un semplice “ci siamo spiegati male), non sono peraltro arrivate scuse , ma anzi il Ministro ha alzato ancora il tiro mandando una risposta stizzita e parlando di “polemica strumentale” e “ridicola”.

Nel secondo comunicato , l’ufficio stampa del Ministero ha precisato che intendeva, quando parlava di tunnel, di “quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso”. Insomma, oltre alla fantomatica “vittoria” e all’ipotesi di un tunnel di oltre 700 chilometri, lo staff del Ministro a capo dell’istruzione starebbe anche cercando di ridefinire il senso della preposizione “tra”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 26 set 2011
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