PolPost contro i pirati del digitale terrestre

PolPost contro i pirati del digitale terrestre

Il corpo di polizia specializzato in crimini informatici svela un'operazione di contraffazione dei codici per l'accesso ai canali criptati della TV digitale. Condotte una quarantina di perquisizioni in varie regioni d'Italia
Il corpo di polizia specializzato in crimini informatici svela un'operazione di contraffazione dei codici per l'accesso ai canali criptati della TV digitale. Condotte una quarantina di perquisizioni in varie regioni d'Italia

La Polizia postale e delle Comunicazioni ha individuato un’articolata truffa ai danni dei grandi network di trasmissione TV tramite segnale digitale, un “sistema piramidale” ideato per rubare i codici di accesso individuali ai canali “premium” di Mediaset e Sky per poi rivenderli – a prezzo ridotto – agli utenti di Internet.

Nella mattinata di oggi 26 settembre sono scattati 39 provvedimenti di perquisizione a carico di altrettante persone, informa la Polpost, “indagate per truffa informatica e violazione della normativa sul diritto d’autore”. Il “grosso” dei presunti truffatori si trova nel Lazio (28), poi a seguire vengono la Sicilia (7 indagati), Piemonte (3) ed Emilia Romagna (1).

Gli indagati sono “professionisti, titolari di esercizi commerciali e aziende/operatori di settore”, dice la Polizia postale, con una spiccata propensione a mettere in pratica il metodo del “card sharing”: usando software e apparecchiature appositamente predisposte, gli indagati “clonavano” i codici di accesso ai canali criptati per poi rivenderli (in forma di software o anche decoder opportunamente modificati) su Internet a prezzi di convenienza.

A pagare per il codice clonato era solo il legittimo possessore della scheda, mentre a giovare degli spettacoli in anteprima – eventi sportivi, reality show e cinema in alta definizione i prodotti più richiesti – erano i netizen coinvolti nella compravendita illegale.

Durante le perquisizioni la Polpost ha sequestrato materiale informatico e cartaceo, materiale che è apparentemente servito ad “aprire orizzonti internazionali alle indagini”. La Polpost sottolinea infine come l’operazione sia una “prima risposta” al fenomeno in evoluzione della pirateria audiovisiva ai tempi del digitale terrestre.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 set 2011
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