Svezia, la grande fuga degli account

Svezia, la grande fuga degli account

La più vasta cyberoffensiva in terra svedese ha permesso il rilascio online di dati di 400mila utenti. Coinvolti circa 60 siti web e un ex-parlamentare con problemi di droga. Si brancola ancora nel buio
La più vasta cyberoffensiva in terra svedese ha permesso il rilascio online di dati di 400mila utenti. Coinvolti circa 60 siti web e un ex-parlamentare con problemi di droga. Si brancola ancora nel buio

Più di 400mila account colpiti, in quello che è stato già descritto come l’attacco informatico più esteso e violento della recente storia svedese. Importanti firme del giornalismo locale, parlamentari, celebrità televisive . Personalità di spicco coinvolte in una cyberoffensiva che ha colpito almeno 60 siti web.

Lo scandalo è emerso tra i meandri cinguettanti di Twitter, in particolare sull’account social dell’ex-parlamentare democratico William Petzäll. Un link ha infatti reindirizzato gli utenti verso un corposo pacchetto di circa 90mila password associate agli account sulla popolare piattaforma Bloggtoppen.se .

Lo stesso Petzäll – che sta attualmente affrontando seri problemi legati all’assunzione di sostanze stupefacenti – ha subito respinto ogni accusa, dichiarando alla stampa di essere stato vittima di un attacco informatico. Nella sua versione dei fatti, misteriosi individui sarebbero riusciti ad intrufolarsi nel suo account Twitter .

I responsabili di Bloggtoppen.se , ora chiuso, hanno evidenziato una specifica vulnerabilità tra le righe di codice dietro la piattaforma, che avrebbe permesso il rilascio online di informazioni relative a giornalisti ed esponenti di varie fazioni politiche.

Lo scandalo si è poi rivelato più esteso di quanto si pensasse all’inizio. Coinvolti quasi 60 siti, non è chiaro se per mano dei responsabili di Bloggtoppen.se . Al quotidiano Expressen sono arrivate misteriose rivendicazioni: la cyberoffensiva sarebbe stata pianificata per dimostrare ai cittadini una cruciale noncuranza nella gestione dei loro dati.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 ott 2011
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