McKinsey: quanto vale Internet?

McKinsey: quanto vale Internet?

Uno studio della società di consulenza americana prova a quantificare i benefici economici della e-conomy. Che sono tutt'altro che da trascurare
Uno studio della società di consulenza americana prova a quantificare i benefici economici della e-conomy. Che sono tutt'altro che da trascurare

Internet ha costituito il 21 per cento della crescita del PIL delle maggiori economie mondiali negli ultimi cinque anni. Una frase che si presta a infinite obiezioni e domande su parametri, metodi e qualità delle misurazioni, e che proviene dal report McKinsey relativo all’impatto di Internet sulla crescita e sulla prosperità economica (documento diverso dal dossier sullo stesso argomento presentato la settimana scorsa).

Cercando di ben definire i parametri della ricerca, lo studio è stato condotto in 13 Paesi: gli appartenenti al G8, i Paesi emergenti (Cina, India, Brasile) e Svezia e Sud Corea, che presentano la più alta diffusione della banda larga. Non solo: si è anche tentato di delimitare il significato del “contributo di Internet” al PIL di uno Stato specificando quattro parametri: private consumption (strumenti elettronici, e-commerce, contratti di ADSL, Internet per il mercato mobile, acquisto di hardware e software); private investment (l’industria delle telecomunicazioni, la manutenzione delle reti intranet, la costruzione e la manutenzione dei siti web); public expenditure (le spese e gli acquisti, da parte dei governi, per software, hardware e servizi); il commercio (che comprende l’esportazione di apparati Internet e servizi b2b per aziende straniere).

Il totale di questi quattro parametri è di 1,376 miliardi di dollari: il 3,4 per cento del PIL delle grandi economie nazionali che costituiscono il 70 per cento del PIL mondiale. Il contributo di Internet al PIL mondiale è maggiore del PIL dell’intera Spagna, o del Canada, e presenta un tasso di crescita più alto di quello del Brasile.

Lo studio ha anche comparato, immaginando la e-conomy come un settore economico a sé stante, gli introiti del Web con quelli delle aree di lavoro e produzione più tradizionali, scoprendo che la Rete contribuisce al PIL di una economia normalmente sviluppata più di estrazioni minerarie, utilities , agricoltura, educazione e comunicazione.

Il report fornisce anche qualche consiglio per sfruttare al massimo l’opportunità di monetizzazione del Web: aumentare la competitività, incoraggiare l’innovazione, sviluppare il capitale umano e costruire infrastrutture adeguate. Esiste, infatti, una forte correlazione tra la dimensione del contributo di Internet al PIL di un Paese e la forza dell’ecosistema di offerta di Internet.

Elsa Pili

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Pubblicato il
7 nov 2011
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