Se la menzogna dilaga via email

Se la menzogna dilaga via email

Uno studio sul rapporto tra bugie e nuovi contesti di conversazione tra studenti. Il livello medio di dichiarazioni mendaci si alzerebbe grazie alle modalità asincrone di comunicazione garantite dalla posta elettronica
Uno studio sul rapporto tra bugie e nuovi contesti di conversazione tra studenti. Il livello medio di dichiarazioni mendaci si alzerebbe grazie alle modalità asincrone di comunicazione garantite dalla posta elettronica

A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato tra le pagine del Journal of Applied Social Psychology , condotto da un gruppo di ricercatori della University of Massachusetts. La comunicazione mediata dal computer sarebbe decisamente più soggetta alla menzogna , almeno se comparata alle conversazioni tenute quotidianamente nella vita reale.

I ricercatori statunitensi hanno cercato di capire come i nuovi contesti mediali – in particolare i client per la messaggistica istantanea e i servizi di posta elettronica – vadano ad influenzare i comportamenti medi legati alle bugie. Lo studio è così partito da un campione formato da 110 coppie di studenti dello stesso sesso.

I risultati dello studio – visibili nel dettaglio tra le pagine della rivista – sono emersi dall’analisi di sessioni di conversazione della durata di 15 minuti. In modalità face-to-face , attraverso servizi di messaggistica e posta elettronica. Proprio per email si avrebbe un picco nel livello medio di asserzioni menzognere .

Secondo i ricercatori, la posta elettronica favorirebbe le bugie per la sua natura asincrona, non in tempo reale come la messaggistica e le conversazioni faccia a faccia. Gli utenti si sentirebbero decisamente più liberi di mentire in assenza di una effettiva interazione con il proprio interlocutore .

Lo studio si abbina bene con quello condotto anni fa da un gruppo di tre atenei a stelle e strisce. Il 92 per cento di coloro che avevano comunicato via email si era impelagato in dichiarazioni fasulle. A fronte di un 62 per cento che invece aveva sfruttato la carta.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
24 nov 2011
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