P2P, si allarga la lista nera di Google

P2P, si allarga la lista nera di Google

Dopo aver rimosso dai suggerimenti automatici Megavideo, Rapidshare e BitTorrent, Google non raccomanda più ai propri utenti nemmeno The Pirate Bay, Isohunt, Filesonic e Fileserve
Dopo aver rimosso dai suggerimenti automatici Megavideo, Rapidshare e BitTorrent, Google non raccomanda più ai propri utenti nemmeno The Pirate Bay, Isohunt, Filesonic e Fileserve

La lotta alle mele marce del file sharing era iniziata alla fine dello scorso anno, con la conseguente eliminazione di alcuni risultati di ricerca legati alla presunta violazione sistematica del diritto d’autore. Numerose chiavi di ricerca come Megavideo, Rapidshare e BitTorrent erano sparite dai servizi di suggerimento automatico di Google.

La lista nera delle feature Autocomplete e Instant è stata ora allargata alle più svariate piattaforme per la condivisione illecita dei contenuti. Da The Pirate Bay a Isohunt, compresi i servizi di file hosting Filesonic e Fileserve . BigG ha dunque smesso di suggerire in automatico i nomi di quelli che l’industria dei contenuti ritiene i principali alfieri della condivisione online.

Un portavoce del colosso di Mountain View ha tuttavia sottolineato come la blocklist dei suggerimenti non rappresenti l’arma definitiva contro la violazione sistematica del copyright. Piccoli accorgimenti agli algoritmi di Autocomplete e Instant potrebbero però garantire risultati positivi contro il fenomeno .

In effetti, alcuni dati diramati da Google hanno evidenziato un drastico calo nelle ricerche online di query come Isohunt . Lo stesso CEO del search engine canadese Gary Fung ha accusato BigG di aver tradito i principi del suo celebre motto – Don’t be evil – alleandosi con i potenti signori dell’industria dei contenuti.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
24 nov 2011
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