SOPA, Go Daddy mette la retro

SOPA, Go Daddy mette la retro

Al centro della bufera, il registrar statunitense annuncia il suo ritiro dalla lista dei supporter del disegno di legge anti-pirateria. Più di 70mila domini hanno cambiato gestore. Piovono accuse da parte di registrar concorrenti
Al centro della bufera, il registrar statunitense annuncia il suo ritiro dalla lista dei supporter del disegno di legge anti-pirateria. Più di 70mila domini hanno cambiato gestore. Piovono accuse da parte di registrar concorrenti

Una migrazione di massa , con più di 70mila domini web che hanno abbandonato il registrar statunitense Go Daddy per protestare contro la sua inclusione nella lista dei supporter del famigerato Stop Online Piracy Act (SOPA) , il disegno di legge anti-pirateria al vaglio del Congresso a stelle e strisce.

A seguire, una vistosa ed agguerrita campagna messa in piedi sulla piattaforma di social news Reddit, insieme ad un bellicoso intervento dei vertici del registrar concorrente Namecheap. Che hanno accusato Go Daddy di aver violato le regole stabilite dall’organismo di supervisione dei domini Internet ICANN .

Nelle accuse di Namecheap, Go Daddy avrebbe volutamente rallentato i processi di trasferimento degli spazi online, in particolare inviando informazioni incomplete sui WHOIS dei domini stessi . Una pratica scorretta per limitare i danni derivanti dalla migrazione di massa annunciata in primis dalla fabbrica dei Lolcats Cheezburger .

Pare ora che i processi di trasferimento siano stati definitivamente sbloccati, con i vertici di Go Daddy ad annunciare una brusca inversione di marcia sul disegno di legge che vorrebbe obbligare tutti i protagonisti del web ad oscurare le piattaforme colte in violazione del diritto d’autore.

Warren Adelman, nuovo CEO del registrar a stelle e strisce, ha infatti annunciato a mezzo stampa il ritiro dalla lista dei supporter di SOPA . Tutti gli stakeholder di Internet dovrebbero agire in collaborazione, ha sottolineato Adelman. “Go Daddy supporterà SOPA quando e se lo farà anche la comunità del web”.

Il mal di testa di Go Daddy sembra aver fatto la fortuna di registrar competitor come Dreamhost, che hanno iniziato ad inviare offerte promozionali con tanto di messaggio contro il disegno di legge. C’è chi fa notare come le pubbliche relazioni vadano ormai di pari passo con la lotta armata contro SOPA.

Nel frattempo, il numero di oppositori del disegno di legge continua a crescere . Da PayPal a Facebook, da Twitter a Yahoo! . C’è chi ha sottolineato come la migrazione dei domini da GoDaddy abbia un forte valore simbolico: il potere è in mano agli utenti, che possono così decidere se abbandonare a se stessi i fautori di una legge definita draconiana.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 dic 2011
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