Attivista cambia il suo nome in un .com

Attivista cambia il suo nome in un .com

Karin Robertson ora si chiama GoVeg.com, un cambio di nome possibile negli Stati Uniti e che viene promosso come azione politica in favore dei diritti degli animali e per la cultura vegetariana. Un nome senza un cognome, una missione
Karin Robertson ora si chiama GoVeg.com, un cambio di nome possibile negli Stati Uniti e che viene promosso come azione politica in favore dei diritti degli animali e per la cultura vegetariana. Un nome senza un cognome, una missione


Roma – Con uno spirito missionario che ha sorpreso un po’ tutti, compresi i gestori del sito al quale si è ispirata, la 23enne americana Karin Robertson ha deciso di cambiare nome e cognome, assumendo al loro posto un nuovo nominativo anagrafico: GoVeg.com.

Negli Stati Uniti, una volta raggiunta la maggiore età viene riconosciuta ai cittadini la possibilità di modificare il proprio nome e darsi una nuova identità valida a tutti gli effetti di legge. Questa volta, però, la modifica ha una chiara ispirazione politica.

Attivista del PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), GoVeg, senza il “dot.com”, come la chiamano gli amici, è da tempo impegnata nelle attività del sito di cui ha deciso di portare il cognome, un sito dedicato ai diritti degli animali e alla diffusione di una nuova cultura di rispetto.

Secondo GoVeg, con questo cambiamento di nome non solo ha dato grande risalto alle attività del sito e di PETA ma si trova anche a scatenare continuamente domande da parte di coloro che incontra, riuscendo così, a suo dire, a diffondere il verbo dell’animalismo anche in ambienti e con persone che non si sono mai poste il problema. “Ogni volta che vado in banca – ha dichiarato a USAToday – gli impiegati parlano del cibo vegetariano che hanno mangiato”.

Di interesse la reazione degli industriali della carne all’annuncio del cambiamento di nome. “Mi pare – ha dichiarato una portavoce del Consiglio nazionale dei produttori di maiale americano – che abbia bisogno di svegliarsi. Se davvero si recasse in una fattoria e vedesse cosa succede lì, potrebbe esserne piacevolmente sorpresa”.

E se i genitori della ex-Karin hanno già dichiarato di rispettare la scelta della figlia e di continuare a chiamarla Karin, lei, grazie ad un nome internet che più internet non si può, si prepara a diventare non più soltanto attivista ma anche figura di riferimento del movimento animalista americano.

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Pubblicato il
4 ago 2003
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