YouTube, l'avvento dei canali a pagamento?

YouTube, l'avvento dei canali a pagamento?

I vertici del Tubo pensano a radicali trasformazioni di business. Affiancare all'advertising la programmazione a sottoscrizione. Per monetizzare ulteriormente i minuti di visualizzazione e il legame con gli utenti
I vertici del Tubo pensano a radicali trasformazioni di business. Affiancare all'advertising la programmazione a sottoscrizione. Per monetizzare ulteriormente i minuti di visualizzazione e il legame con gli utenti

Nuove opportunità di business per YouTube, che insegue la continua evoluzione del mercato legato al video sharing. Ad illustrarle è stato il CEO Salar Kamangar, recentemente intervenuto nel corso dell’ultimo ciclo di conferenze Dive Into Media . E se il Tubo venisse aperto a tutti quei fornitori di contenuti interessati a proporre canali tematici a sottoscrizione?

Sarebbe di fatto la nuova frontiera del portalone di BigG, al di là del tradizionale business legato all’advertising. Lo stesso Kamangar ha così sottolineato come il 40 per cento dei profitti derivanti dal video-mercato verrebbe generato attraverso le offerte a pagamento . Un valore uguale a quello portato in dote dai pur redditizi flussi pubblicitari basati sulle visite degli utenti.

Si tratta per ora di semplici visioni di business , raccontate a ruota libera dal CEO di YouTube sul palco californiano. La piattaforma di video sharing è però sempre più coinvolta nel finanziamento di programmi su singoli canali , come ad esempio – parola dello stesso Kamangar – quelli dedicati allo yoga. L’utente potrebbe dunque scegliere di abbonarsi ad un determinato servizio video allo stesso modo in cui paga un noleggio su Netflix.

Come a dire, perché monetizzare soltanto un singolo video che mostra un cane parlante? L’inclusione di un canale dedicato ai cani potrebbe – almeno secondo il CEO – aumentare il numero di minuti spesi sul Tubo oltre che rafforzare il legame degli utenti con la piattaforma di video sharing . La canalizzazione del portalone di Google sembra già partita, decollata come nuova idea nel business dei filmati online.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
2 feb 2012
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