Foxconn sotto il fuoco degli attivisti

Foxconn sotto il fuoco degli attivisti

SwaggSec, un sedicente gruppo hacker, viola i sistemi dell'azienda e divulga le password. Mentre negli USA si organizzano attività di protesta davanti agli Apple Store
SwaggSec, un sedicente gruppo hacker, viola i sistemi dell'azienda e divulga le password. Mentre negli USA si organizzano attività di protesta davanti agli Apple Store

Dopo il reportage del New York Times che l’ha messa alla berlina insieme ad Apple, Foxconn se la deve vedere anche con i cracker: il produttore di device elettronici è finito nel mirino dei giornalisti per le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti, e presumibilmente (anche se nulla è stato detto di preciso) per lo stesso motivo ha ora subito il furto di una serie di credenziali di accesso ai suoi sistemi.

A rivendicare l’attacco nei suoi confronti è stato un gruppo chiamato SwaggSec : attraverso Twitter riferisce di aver tirato giù services.foxconn.com (che è ancora down) e di aver pubblicato quanto ottenuto su Pastebin (un totale di 6.04 MB): tra le varie credenziali ottenute ci sono anche quelle del CEO dell’azienda Terry Gou.

SwaggSec ha riferito che Foxconn aveva installati firewall e altri sistemi di protezione, ma che nonostante questo sono “riusciti a bypassarli senza problemi” in un’operazione durata un paio di giorni.

Messe alla prova le credenziali così divulgate si sono dimostrate funzionanti, anche se Foxconn per il momento ha preferito non commentare l’episodio. Le informazioni ottenute dagli hacker potrebbero essere utilizzare per truffe ai danni di grandi aziende come, appunto, Apple, Microsoft, IBM e Intel che hanno rapporti di lavoro con Foxconn.

Restano poi oscure le motivazioni che hanno spinto SwaggSec: che l’attacco sia stato condotto per sottolineare le condizioni dei lavoratori Foxconn, d’altronde, non è confermato da nessuna parte.

Proprio in questi giorni, comunque, è attesa la presentazione di una petizione nei confronti di Apple accompagnata da manifestazioni davanti al suo negozio di Grand Central Terminal : il tutto ancora una volta a favore degli operai Foxconn impiegati nella produzione dei device con la Mela.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 9 feb 2012
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