AT&T, condanna per la connessione strozzata

AT&T, condanna per la connessione strozzata

Un utente trascina il gigante AT&T in tribunale e la spunta con tanto di compensazione. E mentre Davide consiglia su come denunciare Golia, quest'ultimo pensa ancora a come monetizzare la connettività mobile
Un utente trascina il gigante AT&T in tribunale e la spunta con tanto di compensazione. E mentre Davide consiglia su come denunciare Golia, quest'ultimo pensa ancora a come monetizzare la connettività mobile

Matt Spaccarelli ha vinto la sua causa in tribunale contro AT&T, colpevole di aver “strozzato” la connessione dati del suo iPhone e pertanto è stata condannata a compensarlo con una cifra di 850 dollari, 85 dollari per ognuno dei 10 mesi ancora previsti dal contratto stipulato.

Le cifre in gioco non sono stratosferiche, ma Spaccarelli ha chiarito che l’obiettivo non è fare soldi quanto piuttosto stabilire un principio: “Non dici a qualcuno che ha un piano illimitato e poi lo tagli fuori”, ha dichiarato il ragazzo.

L’iPhone di Spaccarelli era stato ridotto a sperimentare velocità da lumaca dopo che l’utente aveva consumato circa 2 Gigabyte mensili in un piano dati che non prevedeva limitazioni di traffico apparenti. “Il contratto governa il nostro rapporto con i nostri clienti”, si è limitata a dire AT&T dopo la sentenza annunciando la volontà di ricorrere in appello.

Non contento di aver costretto il colosso della telefonia statunitense alle corde, poi, Spaccarelli ha deciso di diffondere online le istruzioni utili a compiere il suo stesso percorso trascinando in tribunale AT&T nel caso in cui qualcuno sperimentasse il drastico calo di velocità nello scambio dati dovuto al data throttling messo in atto dai provider statunitensi e non solo.

Che AT&T abbia appreso una preziosa lezione dalla vicenda e voglia finalmente cambiare strada nella gestione della banda delle comunicazioni mobile? Forse: l’incumbent statunitense dice di voler sperimentare nuovi sistemi come il pagamento del volume di dati scambiato tramite “app” per cellulari a opera degli stessi sviluppatori della app piuttosto che dell’utente finale.

A rendere la questione “banda e mobile” ancora più incandescente arriva infine un rapporto di Validas che, analizzando le bollette di 50mila utenti AT&T e Verizon, ha scoperto che il throttling delle comunicazioni dei consumatori di banda più famelici (il 5 per cento sul totale) non serve a risolvere il problema teorico della congestione delle reti mobile. Il vantaggio delle limitazioni della banda verrebbe insomma dal costringere i clienti a passare a un piano dati ben più remunerativo dal punto di vista dell’operatore.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 1 mar 2012
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