Facebook: la password non si cede. Nemmeno al capo

Facebook: la password non si cede. Nemmeno al capo

Il social network dichiara guerra legale a chi richiede i dati di Facebook nei colloqui di lavoro. E ne ha per tutti: per il candidato che capitola, per il dirigente che insiste, per abitudini troppo indiscrete
Il social network dichiara guerra legale a chi richiede i dati di Facebook nei colloqui di lavoro. E ne ha per tutti: per il candidato che capitola, per il dirigente che insiste, per abitudini troppo indiscrete

Facebook non ci sta e risponde per le rime. In seguito alla sempre più diffusa abitudine dei datori di lavoro di chiedere i dati di accesso a Facebook ai propri candidati per un posto di lavoro, il gigante dei social network ha rilasciato un comunicato in cui afferma che tale pratica “indebolisce le aspettative di privacy e la sicurezza sia dell’utente che degli amici dell’utente” e avverte che il dirigente è esposto a “responsabilità legali”.

Il comunicato, firmato da Erin Egan, il responsabile dell’Ufficio Privacy di Facebook, specifica che gli utenti del social network non dovrebbero mai rivelare la propria password , permettere a qualcuno di accedere al proprio account, compromettere la sicurezza dell’account stesso o violare la privacy degli amici.

“Abbiamo lavorato molto duramente su Facebook per darvi gli strumenti per controllare chi vede le vostre informazioni – continua il sito in blu – non si dovrebbe essere costretti a rivelare le proprie informazioni private solo per ottenere un lavoro”. Il social network ha dunque stabilito che richiedere o svelare la password costituisce una violazione delle condizioni d’uso.

Il sito in blu ne ha anche per i dirigenti che utilizzano questa insolita pratica come metodo di selezione del personale e sottolinea che potrebbe essere discriminatorio non assumere il candidato su cui si è indagato.

“Facebook prende sul serio la vostra privacy – scrive in conclusione il sito in blu – Adotteremo misure per proteggere la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, sia tramite i politici o, se sarà il caso, avviando azioni legali”. Il senatore Richard Blumenthal, particolarmente attento al tema della riservatezza, sta già elaborando, autonomamente, una normativa che vieti questa abitudine, definita “un’irragionevole violazione della privacy”.

Infine la creatura di Zuckerberg fa un appello ai suoi 800 milioni di utenti sparsi per il mondo: “Mentre continueremo a fare la nostra parte, è importante che tutti gli utenti di Facebook capiscano che hanno il diritto di non rivelare a nessuno la propria password”.

Gabriella Tesoro

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Pubblicato il
23 mar 2012
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