Australia, allontanata la Cina di Huawei

Australia, allontanata la Cina di Huawei

L'azienda non può partecipare alla costruzione delle nuove infrastrutture di Rete nazionali: al centro questioni di sicurezza sollevate dagli attacchi informatici di matrice cinese
L'azienda non può partecipare alla costruzione delle nuove infrastrutture di Rete nazionali: al centro questioni di sicurezza sollevate dagli attacchi informatici di matrice cinese

L’Australia ha deciso di escludere Huawei dalla gara per poter partecipare ai lavori di costruzione della rete nazionale di connettività ad alta velocità . A preoccupare le autorità australiane è il pericolo incarnato dalla minaccia informatica cinese: per questo l’azienda cinese non potrà dunque presentare la sua offerta relativamente al bando per la costruzione dell’infrastruttura nazionale Internet ad alta velocità.

In particolare, dunque, Huawei pagherebbe la sua proprietà cinese: alla Cina condurrebbero alcuni indizi legati (e fermamente smentiti da Pechino) a diversi attacchi informatici condotti contro paesi e aziende occidentali. Nel dettaglio, poi, secondo un rapporto del Dipartimento della Difesa statunitense, Huawei avrebbe legami con i militari dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese.

Il Primo Ministro australiano Julia Gillard ha dichiarato che si tratta di una scelta “prudenziale” per un progetto cruciale a livello nazionale, che punta a collegare il 93 per cento delle abitazioni e dei posti di lavoro australiani con la fibra ottica.

Huawei ha naturalmente espresso disappunto per la decisione: opera in Australia dal 2004 collaborando con i principali carrier locali, ma ha riferito che “continuerà ad essere aperta e trasparente ed a lavorare per cercare di portare le rassicurazioni necessarie circa la sicurezza della nostra tecnologia”.

Nonostante le buone intenzioni dell’azienda cinese, peraltro, anche Symantec ha interrotto la collaborazione che da anni la legava ad essa: la paura è che i legami di Huawei con Pechino possano compromettere anche i suoi affari negli Stati Uniti, dove si parla di un controllo sempre più stretto sui privati che collaborano con il governo. Per questo ora teme che l’alleanza con l’azienda cinese le costi importanti commissioni pubbliche che comportano il passaggio di informazioni riservate.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
27 mar 2012
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