USA, gli illuminati del copyright

USA, gli illuminati del copyright

Pronto il gran consiglio del centro che gestirà il nuovo regime antipirateria sul modello francese. A sorpresa, nominati numerosi attivisti per la privacy e i diritti dei netizen
Pronto il gran consiglio del centro che gestirà il nuovo regime antipirateria sul modello francese. A sorpresa, nominati numerosi attivisti per la privacy e i diritti dei netizen

La squadra sembra ormai pronta a scendere in campo, nella sfida più difficile per l’industria dell’ entertainment a stelle e strisce. Pronti i responsabili del nuovo Center for Copyright Information (CCI), l’organismo che dovrà gestire l’ imminente implementazione del regime antipirateria sul modello francese. I cosiddetti copyright alert contro tutti gli scariconi delle reti BitTorrent e P2P.

Sarà Jill Lesser – già nel gruppo di consulenza legale People for the American Way , ma anche ai vertici del colosso AOL Time Warner – ad accettare la prima carica di direttore esecutivo del centro statunitense. Una nomina apprezzata dal presidente di Public Knowledge Gigi Sohn , sorprendentemente inserita nel gran consiglio dell’organismo che dovrà fungere da raccordo tra utenti, provider e le major del disco e del cinema.

Erano davvero in pochi ad aspettarsi simili convocazioni. Nella advisory board del CCI è stato infatti invitato Jerry Berman, fondatore del Center for Democracy and Technology . Perché tutti questi “attivisti” che si battono per la privacy e i diritti civili dei netizen? C’è chi ha sottolineato come il governo abbia paura di creare troppo scompiglio, destinando il nuovo regime ad una sorte simile a quella dei disegni di legge SOPA e PIPA.

Lo stesso presidente di Public Knowledge – l’organizzazione è stata tra le più critiche nei confronti delle iniziative statunitensi antipirateria – ha definito Lesser un uomo “di grande intelligenza e integrità”. Sohn cercherà di assicurarsi che i diritti dei netizen restino integri, in particolare quelli relativi alla privacy . Se correttamente implementati, i copyright alert potrebbero definitivamente sbaragliare proposte pericolose come SOPA.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
3 apr 2012
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