Un’armatura “liquida” più leggera e resistente del Kevlar, che per di più attutisce molto meglio l’effetto devastante dei proiettili: ci sta lavorando il contractor militare britannico BAE Systems , che sostiene di poter “fermare” i colpi senza lasciare gli spiacevoli ricordi (ossa rotte, ferite e dolore intenso) del succitato Kevlar.
Impiegando un gel liquido definito “Shear Thickening”, gli ingegneri BAE sostengono di poter ridurre gli strati di Kevlar necessari alla composizione dell’armatura e dei giubbotti antiproiettile. L’armatura così realizzata è il 45 per cento più sottile di quelle in puro Kevlar, è dunque molto meno pesante, crea meno impaccio e può sostenere l’impatto di proiettili da 10 millimetri.
In più, il gel liquido presente tra gli strati di Kevlar ha la caratteristica di “indurirsi” quando viene esercitata una pressione – ad esempio, uno dei proiettili di cui sopra – distribuendola equamente su tutta la superficie piuttosto che focalizzandola su un singolo punto come fanno le protezioni di Kevlar “puro”.
Alfonso Maruccia