RapidShare, consigli per battere i pirati

RapidShare, consigli per battere i pirati

Il cyberlocker pubblica un manifesto per invitare tutti i suoi competitor a collaborare con le organizzazioni anti-pirateria. Gli utenti dovrebbero fornire email sempre valide, impostando come privati i propri file
Il cyberlocker pubblica un manifesto per invitare tutti i suoi competitor a collaborare con le organizzazioni anti-pirateria. Gli utenti dovrebbero fornire email sempre valide, impostando come privati i propri file

Un manifesto contro i pirati del web, in particolare tutti quegli utenti legati alle piattaforme di file hosting. I responsabili di RapidShare hanno così diramato una serie di linee guida per l’utilizzo dei cosiddetti cyberlocker, in modo da prevenire al meglio la condivisione di materiale protetto dal diritto d’autore .

In primis, i vari account dovrebbero sempre impostare come privati i propri file, evitando la proliferazione selvaggia dei contenuti in violazione del copyright. Spetterà poi ai singoli servizi di file hosting il compito di tagliare fuori tutti quegli abbonati finiti nel mirino dei legittimi detentori dei diritti .

Altro consiglio pratico di RapidShare: l’utilizzo di un account valido di posta elettronica, che possa servire a provider e singoli detentori per avviare eventuali cause legali . Ovviamente resta da capire come un uploader – che distribuisca consapevolmente i contenuti illeciti – possa facilitare la sua identificazione seguendo simili linee guida.

Ancora, la piattaforma vorrebbe che tutti i cyberlocker adottino specifiche policy per controllare i file appartenenti ai vari account , specie quelli ripetutamente accusati dai detentori dei diritti o che abbiano violato le condizioni d’uso delle singole piattaforme di file hosting.

“Vogliamo coinvolgere tutti gli stakeholder nel dibattito sulla violazione del copyright online – ha spiegato il general counsel di RapidShare Daniel Raimer – RapidShare riconosce che la pirateria è un serio problema, e stiamo aumentando gli sforzi per sradicarla. Invitiamo tutti quei servizi che gestiscono dati a fare lo stesso”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
20 apr 2012
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