Paesi Bassi, il blocco della Baia si estende

Paesi Bassi, il blocco della Baia si estende

Un giudice de L'Aia coinvolge altri provider nel blocco degli accessi a The Pirate Bay. BREIN ottiene un nuovo successo in aula. La corte obbliga la divisione locale del Partito Pirata a rimuovere il suo proxy
Un giudice de L'Aia coinvolge altri provider nel blocco degli accessi a The Pirate Bay. BREIN ottiene un nuovo successo in aula. La corte obbliga la divisione locale del Partito Pirata a rimuovere il suo proxy

La guerra era iniziata nel maggio 2010, quando l’attivissima organizzazione anti-pirateria olandese BREIN chiamava in causa i provider locali Ziggo e XS4ALL. Nel gennaio 2012, un giudice de L’Aia obbligava i due fornitori di connettività a bloccare tutti gli accessi a quella che un tempo era la Baia più famosa del torrentismo .

Inutile la resistenza dei due ISP, preoccupati per le disastrose conseguenze sulla libera navigazione dei netizen d’Olanda. La stessa corte locale ha ora esteso l’ordinanza di blocco a tutti i principali provider dei Paesi Bassi. Da T-Mobile a UPC, da KPN a Tele2 , gli abbonati non potranno usufruire dei link magnetici per i download su The Pirate Bay.

La lista nera stilata da BREIN è stata così approvata dalla corte de L’Aia, che ha ordinato il blocco di domini come thepiratebay.se e themusicbay.net . I provider citati dovranno implementare apposite tecnologie di filtraggio DNS entro un massimo di 10 giorni lavorativi, pena il pagamento di una multa compresa tra 10mila e 250mila euro per ciascun giorno d’inadempienza.

Ma i colpi mortali di BREIN alla Baia dei pirati non sono finiti qui. Lo stesso giudice olandese ha infatti diramato una diversa ordinanza nei confronti della divisione locale del Partito Pirata, accusata di aver messo in piedi una piattaforma proxy ad hoc per aggirare i blocchi imposti – inizialmente – ai provider Ziggo e XS4ALL.

Il servizio proxy offerto dal Piratenpartij era infatti rimasto online, con il chairman Dirk Poot a puntare il dito contro BREIN e i suoi metodi “draconiani”. Secondo il partito, un soggetto privato – comunque supportato da una lobby come quella dell’ entertainment – non potrebbe avere il diritto di imporre una forma di censura alla rete olandese.

I vertici di BREIN sono però riusciti a dimostrare che le piattaforme proxy per la Baia – ne sono spuntate a centinaia a parte quella del Partito Pirata – rendano effettivamente nulla l’ordinanza di blocco imposta dal giudice . Il Piratenpartij rischia ora una multa fino a 250mila euro per ciascun giorno d’inadempienza.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
11 mag 2012
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