Megaupload, il cinema accontenta gli utenti?

Megaupload, il cinema accontenta gli utenti?

Gli avvocati di MPAA mostrano il segnale di via libera per la restituzione dei file appartenenti agli account sul celebre cyberlocker. Ma solo a patto che non ci siano fughe di contenuti protetti dal copyright. E il legal thriller continua
Gli avvocati di MPAA mostrano il segnale di via libera per la restituzione dei file appartenenti agli account sul celebre cyberlocker. Ma solo a patto che non ci siano fughe di contenuti protetti dal copyright. E il legal thriller continua

Una cauta apertura alle pressanti esigenze di migliaia di utenti, invischiati in maniera indiretta nell’epico legal thriller che ha sconvolto il reame dei cyberlocker. I legali della Motion Picture Association of America (MPAA) hanno dato il via libera alla tanto agognata restituzione dei file ai vari account aperti sulla celebre piattaforma di file hosting Megaupload .

Capitanati dal giovane studente statunitense Kyle Goodwin – nonché dai legali di Electronic Frontier Foundation (EFF) – gli utenti di Megaupload hanno chiesto ad un giudice della Virginia l’immediata restituzione di tutti i contenuti caricati tra i vasti meandri degli armadietti digitali forniti dall’impero di Kim Dotcom. MPAA ha fornito il suo assenso , ma solo ad una condizione.

Il rilascio dei contenuti – si parla di 25 petabyte di dati – dovrà avvenire attraverso uno specifico meccanismo di filtraggio per evitare la pericolosa fuga di materiale protetto da copyright . In altre parole, i vertici dell’industria cinematografica vorrebbero evitare rigurgiti di contenuti illeciti, consegnando agli utenti solo quei file innocenti come ad esempio i report sportivi di Goodwin.

Nel frattempo, la saga USA vs. Megaupload si arricchisce di nuovi particolari. I legali di Dotcom hanno formalmente accusato le autorità statunitensi di aver intrapreso procedure illecite inviandosi quasi 20 hard disk senza l’autorizzazione da parte del giudice neozelandese . I tecnici del Federal Bureau of Investigation (FBI) avrebbero dunque – ironia della sorte – copiato illegalmente materiale appartenente al boss.

E si avvicina alla scadenza il periodo (21 giorni) concesso dal giudice kiwi per la consegna alla difesa di tutto il materiale incriminante attualmente nelle mani delle autorità di Washington. Gli agenti federali hanno ora chiesto una proroga della scadenza stessa: copiare in tempo tutti i contenuti sequestrati sarebbe “irrealistico” .

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 giu 2012
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