Australia, videogiochi per soli adulti

Australia, videogiochi per soli adulti

Adottata dopo anni di polemiche la categoria di classificazione R 18+, che permetterà ai gamer maggiorenni di giocare con i titoli più sanguinosi. L'industria videoludica applaude, ma teme un'adozione diversa a seconda degli stati
Adottata dopo anni di polemiche la categoria di classificazione R 18+, che permetterà ai gamer maggiorenni di giocare con i titoli più sanguinosi. L'industria videoludica applaude, ma teme un'adozione diversa a seconda degli stati

Una giornata storica per tutti i gamer in terra australiana, finora l’unico paese occidentale a non prevedere videogiochi per il vasto pubblico degli over 18. Il ministro di Giustizia Jason Clare ha ora annunciato la definitiva adozione della categoria R 18+ nel settore videoludico , dopo anni di acceso dibattito e una petizione da quasi 60mila firme.

I membri del Parlamento Federale australiano hanno dunque votato per l’introduzione della categoria over 18 sulla scia di quanto avviene nella distribuzione cinematografica. Lo stesso ministro Clare ha sottolineato come il sistema aussie risulti finalmente in linea con gli standard internazionali, una classificazione utile per impedire ai minori di sperimentare titoli dannosi .

Ufficialmente in vigore dal prossimo 1 gennaio, la categoria R 18+ sostituirà come limite massimo la precedente MA 15+ , ovvero quella che vietava i videogiochi violenti ai minori di 15 anni. Ma cosa accadeva andando oltre? Il Consiglio di Classificazione, con il meccanismo Refused Classification , poteva imporre il bando dei titoli non adatti ad un ragazzo di 16 anni.

In altre parole , i vertici di Square Enix non dovranno più preoccuparsi per le sorti agli antipodi del chiacchierato Hitman: Absolution , un misto piuttosto denso di sesso e violenza. L’etichetta R 18+ servirà ad informare al meglio genitori e figli, come assicurato dallo stesso ministro Jason Clare . La nuova classificazione è molto simile a quella che negli Stati Uniti – ESRB AO – destina un videogame ai soli adulti.

Parzialmente soddisfatto Ron Curry, CEO della Interactive Games & Entertainment Association (IGEA): l’adozione della nuova classificazione potrebbe subire ritmi diversi a seconda dei singoli stati e territori , dal momento che (ad esempio) le autorità del New South Wales si sono avvicinate molto al Christian Democratic Party, decisamente contrari alla nuova etichetta videoludica.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
19 giu 2012
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