Dopo SpaceX e Virgin Galactic una nuova società promette di portare a spasso per il cosmo chi è sufficientemente ricco da poterselo permettere. La via di Excalibur Almaz al turismo spaziale passa per il riutilizzo di “vecchi rottami” sovietici a propulsione lenta.
Di base nell’Isola indipendente di Mann al largo delle coste britanniche, Excalibur Almaz ha acquistato capsule e pezzi di stazione spaziale realizzate dai sovietici per il programma Almaz (“diamante”), e pianifica di acquistare razzi vettori dai russi per effettuare i lanci in atmosfera.
Nel 2009 la società aveva promesso il primo spazio-turista in volo nel 2013 per una spesa di 35 milioni di sterline, ora la promessa è di un turista spaziale in volo entro il 2015 con un biglietto dal costo di 150 milioni di sterline – da ridurre di 100 milioni per i viaggi dei 10 anni successivi.
Excalibur Almaz pianifica di mettere in orbita una stazione sovietica e di usarla come “ponte” intermedio tra la Terra e la Luna, e più che un viaggio turistico promette una vera e propria esperienza scientifica di prim’ordine: compreso l’addestramento e il viaggio da e verso la superficie lunare, il tour spaziale prevede che “voli via” almeno un anno e mezzo di tempo.
Dall’osservazione e lo studio del satellite terrestre tramite sonda LRO, arriva poi una notizia non proprio positiva nell’ottica di un possibile allunaggio gestito dalle agenzia spaziali per fini tutt’altro che turistici: l’orlo del cratere Shackleton, una delle “location” più gettonate per l’allunaggio nei pressi del polo sud del planetoide, risulta essere privo di scorte apprezzabili di acqua ghiacciata.
Alfonso Maruccia