Gartner: nel desktop Linux non conviene

Gartner: nel desktop Linux non conviene

A ridosso di un'indagine finanziata da Microsoft, Gartner ha divulgato le conclusioni di un nuovo studio in cui afferma che nel segmento desktop aziendale la migrazione da Windows a Linux non è quasi mai conveniente
A ridosso di un'indagine finanziata da Microsoft, Gartner ha divulgato le conclusioni di un nuovo studio in cui afferma che nel segmento desktop aziendale la migrazione da Windows a Linux non è quasi mai conveniente


Roma – Mentre ancora si dibatte sulla recente indagine di Giga Research sponsorizzata da Microsoft e relativa ai costi di Linux e Windows nello sviluppo di applicazioni per il Web, Gartner ha pubblicato uno studio che fornisce conclusioni analoghe ma, questa volta, applicate al settore dei PC desktop aziendali.

Nel rapporto del Gartner si sostiene che sebbene sia vero che rispetto a Windows Linux può essere giudicato una scelta economica in diversi settori del mercato server, nel segmento desktop perde su quasi tutti i fronti.

Gartner afferma che le aziende possono trovare conveniente passare a Linux solo nel caso in cui debbano aggiornare PC client con vecchie versioni di Windows, come 3.x e 95. Nel caso in cui utilizzino invece Windows 2000 o Windows XP, la migrazione a Linux si rivelerebbe, secondo la nota società di analisi, una mossa controproducente in termini economici. La ragione starebbe nel fatto che le ultime versioni di Windows, quelle che hanno ereditato l’architettura NT delle versioni server, sono considerate dal Gartner “generalmente più stabili di Windows 95” e, di conseguenza, meno costose nel medio e lungo periodo.

David Smith, vice president del Gartner, ha aggiunto che nel segmento dei server, soprattutto quelli su cui girano singole applicazioni come mailserver e webserver, la migrazione da Windows a Linux è relativamente facile e poco onerosa; in un ambiente desktop, invece, le difficoltà e i costi potrebbero essere assai maggiori, e questo sostanzialmente a causa della necessità di “rimpiazzare o riscrivere tutte le applicazioni che girano su Windows”.

Dietro le critiche di alcuni sostenitori del Pinguino, Gartner ha insistito sul fatto che, a differenza dell’indagine di Giga, il suo studio non è stato finanziato da Microsoft.

“E’ del tutto logico – ha detto Michael Silver, vice president e direttore delle ricerche di Gartner – che vi siano situazioni in cui l’uso di Linux ha senso e altre dove non ne ha. Le aziende tentano spesso di prendere decisioni applicabili ad ogni condizione, ma questo non sempre ha senso”.

Proprio ieri il noto osservatorio dei Webserver Netcraft ha pubblicato un nuovo rapporto in cui afferma che il numero dei server attivi su cui gira Windows 2003 sono cresciuti del 109% rispetto a luglio, arrivando così ad un totale di 185.000.

Comparando i siti su cui gira Windows 2003 con i sistemi operativi che quegli stessi siti facevano girare nel gennaio del 2003 risulta, secondo Netcraft, che il 42% di essi sono nuovi, il 49% provengono da Windows 2000, il 5% da Linux, l’1% da FreeBSD e un altro 1% da Solaris. Tradotto in cifre, circa 16.500 server su cui prima girava Linux sarebbero migrati, secondo l’osservatorio, al giovane sistema operativo server di Microsoft.

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Pubblicato il
12 set 2003
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