USA, gambe da robot

USA, gambe da robot

Arti inferiori artificiali che si muovono sinuosi imitando l'andatura tipica degli esseri umani. La University of Arizona crede che il prototipo replichi esattamente un bambino che impara a camminare
Arti inferiori artificiali che si muovono sinuosi imitando l'andatura tipica degli esseri umani. La University of Arizona crede che il prototipo replichi esattamente un bambino che impara a camminare

A vederle per la prima volta in azione, vengono alla mente le celeberrime movenze di Mick Jagger o del compianto Michael Jackson. Due gambe robotiche che camminano sinuose sul pavimento della University of Arizona . Un movimento regolare, coordinato, decisamente simile a quello degli esseri umani.


Per i ricercatori statunitensi, è il primo paio di gambe artificiali capace di camminare in maniera biologica . Ovvero in grado di replicare l’architettura neurale – ma anche la combinazione muscolo-scheletrica – degli esseri umani. Così come spiegato nell’ultima edizione della rivista Journal of Neural Engineering .

Stando agli stessi ricercatori statunitensi, le gambe robotiche potrebbero rivelarsi utilissime per le varie teorie sull’apprendimento dei bimbi, in particolare su come riescano ad alzarsi sugli arti inferiori. Ma anche nel settore medico relativo alla riabilitazione dei pazienti con seri problemi di natura spinale.

Per la realizzazione delle gambe artificiali , il team statunitense ha studiato nel dettaglio l’area del sistema nervoso che risiede nella regione lombare della colonna vertebrale, ovvero quella che scatena i segnali ritmici ai muscoli degli arti inferiori. In lingua inglese, il Central Pattern Generator (CPG) ha fatto da area di studio per il prototipo .

In altre parole, i ricercatori a stelle e strisce hanno ricreato il CPG in un centro sensoriale che trasmette comandi alle gambe robotiche, in particolare quando il piede tocca la superficie del pavimento. Una struttura che replicherebbe in maniera fedele quella dei bimbi che stanno imparando a camminare.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
10 lug 2012
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