Anonymous, operazione PedoChat

Anonymous, operazione PedoChat

Gli hacktivisti pensano ai bambini. Come incastrare coloro che commettono abusi? Pubblicando con disinvoltura una lista di email e indirizzi IP associati ai siti a sfondo pedopornografico, senza troppo curarsi di chi si celi dietro a questi dati
Gli hacktivisti pensano ai bambini. Come incastrare coloro che commettono abusi? Pubblicando con disinvoltura una lista di email e indirizzi IP associati ai siti a sfondo pedopornografico, senza troppo curarsi di chi si celi dietro a questi dati

Il gruppo di hacktivisti riuniti sotto il nome collettivo di Anonymous torna a dichiarare guerra alla pedofilia. E per farlo intende scandagliare forum e siti alla ricerca di immagini illegali di abusi sui bambini, per poi risalire a chi le abbia postate e condivise.

In passato il gruppo di hacktivisti aveva già rivendicato un attacco a un gruppo di siti associati allo scambio di materiale pedopornografico nell’operazione #OpDarkNet.

“L’intenzione è quella di diminuire se non sradicare questa piaga da Internet”: anche perché, rilevano gli Anonymous, “recentemente la nostra attenzione è stata attirata dal crescente numero di siti dedicati alla pedofilia e che ospitano chat e condivisioni di foto”. Per questo hanno lanciato l’operazione chiamata “#OpPedoChat, nel corso della quale diversi forum e siti sono già stati mandati offline, hanno subito defacement e rallentamenti .

L’operazione, inoltre, punta a mobilitare gli hacktivisti per raccogliere e diffondere informazioni sui pedofili: a tal proposito hanno già pubblicato su Pastebin ( qui , qui , qui e qui ) già diversi indirizzi IP e email di utenti di forum ritenuti da punire. Evidentemente ignorando la possibilità di creare guai per la variabilità dei dati e per intestatari di abbonamenti a Internet associati a un determinato indirizzo IP ma perfettamente innocenti, soprattutto di fronte alla legge.

Alcuni osservatori hanno fatto notare come si tratti di un gruppo di Anonymous presumibilmente diverso da quello che recentemente ha accusato PasteBin di censura e annunciato l’alternativa anonima chiamata AnonPaste .

Accanto a questa ambiziosa operazione, d’altronde, gli hacktivisti non abbandonano le loro altre attività: in questi giorni Anonymous ha anche rivelato di star aiutando Wikileaks con oltre 2 milioni di email legate alle proteste siriane che riferiscono di aver assistito per più di un anno con l’operazione “Op Syria”. In queste missive vi sono informazioni sulle figure di potere e le aziende con esse colluse nel paese arabo.

Claudio Tamburrino

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
11 lug 2012
Link copiato negli appunti