Facebook, falso in blu

Facebook, falso in blu

Più di 83 milioni di account sul social network di Menlo Park sono fasulli: quasi il 10 per cento del totale. Numerose le categorie prese in considerazione nella stima della nuova popolazione dei fake
Più di 83 milioni di account sul social network di Menlo Park sono fasulli: quasi il 10 per cento del totale. Numerose le categorie prese in considerazione nella stima della nuova popolazione dei fake

I primi risultati finanziari inviati dal colosso Facebook alla United States Securities and Exchange Commission (SEC) comprendono il censimento aggiornato della popolazione in blu: 955 milioni di utenti attivi ogni mese, di cui 543 milioni a preferire le modalità d’accesso in mobilità . Nei recenti documenti 10-Q , il social network di Menlo Park ha denunciato oltre 100 milioni di utenti attivi da mobile nel solo mese di giugno.

Risultati imponenti, in continua espansione. Ma fra gli abitanti dell’universo social aumentano anche i fake , falsi profili che non corrispondono ad una reale identità. Gli stessi risultati di Facebook hanno parlato di un totale di 83,9 milioni di account fasulli, quasi il 9 per cento del totale . Una vistosa crescita rispetto allo scorso marzo, quando i fake dichiarati erano tra i 42 e i 50 milioni.

Possibile un aumento così vistoso in pochi mesi? In realtà , Facebook ha scelto la strada della massima trasparenza, non considerando soltanto le identità fasulle – ad esempio, Ahmed Ronaldo, sedicente cittadino egiziano assoldato dal celebre club calcistico spagnolo Real Madrid – ma anche gli account duplicati (4,8 per cento), quelli relativi ad animali o comunque soggetti non umani (2,4 per cento) e account non desiderati (1,5 per cento) .

Per account non desiderati si intendono profili sfruttati per violare le varie policy in blu, come ad esempio quelli dedicati allo spamming. Gli stessi profili tirati in ballo da Limited Press, che ha accusato Facebook di sfruttare i bot per far pagare più click verso le piattaforme partner nel settore della social advertising. Il sito in blu continua ad investigare per verificare le accuse.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
2 ago 2012
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