Si miniaturizza molto meglio del silicio, ha alcune delle caratteristiche proprie del grafene ma diversamente da questo ha un “band gap” che permette l’interruzione del flusso di corrente e quindi la realizzazione di transistor. È la molibdenite, minerale a cui i ricercatori rivolgono una sempre maggiore attenzione per creare i componenti elettronici del futuro prossimo venturo.
Messo inizialmente alla prova dagli scienziati svizzeri di Losanna, il solfuro di molibdeno (MoS2 o appunto molibdenite) è ora oggetto di nuove sperimentazioni da parte dei ricercatori statunitensi dell’MIT convinti – come i colleghi europei – delle notevoli potenzialità del minerale.
Gli scienziati USA hanno dunque impiegato ampi “fogli” di molibdenite – materiale spesso un solo atomo esattamente come il grafene – per realizzare di un inverter, un gate NAND (Negated AND), un dispositivo di memoria e un oscillatore.
Per i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology questo è solo un antipasto di quello che sarà realizzabile con la molibdenite, un materiale che prima di trasformare l’industria dei microchip (e quindi dei computer tout court ) potrebbe essere impiegato in grossi pannelli LCD come transistor per singolo pixel, nella produzione di dispositivi di illuminazione e altro ancora.
Alfonso Maruccia