C'è un cane da guardia in quel BIOS

C'è un cane da guardia in quel BIOS

Phoenix sta lavorando all'integrazione nei propri firmware per PC di una tecnologia di digital rights management per la protezione delle proprietà intellettuali. Palladium formato BIOS?
Phoenix sta lavorando all'integrazione nei propri firmware per PC di una tecnologia di digital rights management per la protezione delle proprietà intellettuali. Palladium formato BIOS?


San Jose (USA) – Le tecnologie di digital rights management (DRM), primo scudo dell’industria dei contenuti contro la violazione delle proprietà intellettuali nel mondo digitale, potrebbero presto divenire un tutt’uno con i BIOS dei PC.

Phoenix Technologies, un’azienda che dichiara di controllare oltre l’80% del mercato dei BIOS per PC, ha infatti annunciato una collaborazione con Orbid Corporation per l’inclusione, nella futura generazione dei propri firmware, della tecnologia di DRM di quest’ultima.

“Questa nuova soluzione aiuta a risolvere il problema della distribuzione illegale dei contenuti digitali “, ha affermato Michael J. Simmons, chairman e CEO di Orbid.

Phoenix ha spiegato che l’integrazione fra BIOS e DRM sarà possibile grazie alla propria tecnologia Core Management Environment (cME), la stessa già utilizzata per fornire, direttamente dal BIOS, funzionalità extra quali recupero dei dati, diagnostica e scanner antivirus .

La tecnologia cME crea una speciale area protetta nell’hard disk, chiamata Host Protected Area (HPA), accessibile unicamente dal firmware della macchina e totalmente invisibile a sistema operativo e applicazioni. Phoenix e Orbid sfrutteranno quest’area per memorizzarvi le chiavi pubbliche necessarie a firmare digitalmente ogni file. Il sistema 4DRM di Orbid, infatti, crea un ID digitale in grado di identificare univocamente il sistema e ogni file su di esso presente.

“La tecnologia cME Security assicura, anche nel caso in cui vengano trafugati, che i contenuti non possano essere riprodotti sui dispositivi non registrati”, ha spiegato Timothy D. Eades, senior vice president, corporate marketing and products division di Phoenix. “Questo sistema consentirà ai produttori di contenuti di gestire i diritti digitali legati ai propri contenuti e, nello stesso tempo, garantirà ai consumatori che i file usati sono autorizzati e scaricati da fonti sicure”.

La mossa di Phoenix va nella stessa direzione di quella compiuta da molti altri player del mercato IT per corteggiare l’industria discografica e cinematografica, primi fra tutti Microsoft con Next-Generation Secure Computing Base (ex Palladium), e Intel con LaGrande .

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Pubblicato il 23 set 2003
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