Microsoft batte ancora Motorola in Germania

Microsoft batte ancora Motorola in Germania

Redmond prepara la pace facendo la guerra a mezzo tribunali. Ci potrebbe essere in ballo anche il bando dei cellulari altrui. Sempre che non si trovi prima un accordo economico
Redmond prepara la pace facendo la guerra a mezzo tribunali. Ci potrebbe essere in ballo anche il bando dei cellulari altrui. Sempre che non si trovi prima un accordo economico

Non si ferma lo scontro fra Microsoft e Motorola nei tribunali tedeschi, e ancora una volta i giudici danno ragione a Redmond: il produttore di smartphone viola l’ennesimo brevetto di proprietà di BigM, ha stabilito un giudice di Monaco, e Microsoft ha ora la possibilità di imporre l’ennesima messa al bando dei dispositivi che integrano la Proprietà Intellettuale incriminata.

Una questione che si trascina da lungo tempo, quella della contesa legale fra Microsoft e Motorola, e che a Redmond dicono di essere ben disposti a mettere a tacere con un eventuale accordo di licenza per l’utilizzo dei brevetti come già fatto con altre società che usano Android sui loro smartphone.

Il nuovo brevetto violato da Motorola riguarda i sistemi di “soft input” per le comunicazioni tra la tastiera (virtuale) e le applicazioni che girano su cellulare, un brevetto di quelli importanti e che Microsoft ha la possibilità di far valere chiedendo la messa al bando dei prodotti Motorola: al prezzo di un versamento anticipato a titolo di garanzia di 75 milioni di dollari (+10 milioni per un richiamo dei prodotti già venduti), cifra che verrebbe invece restituita a Motorola come risarcimento nel caso in cui quest’ultima dovesse prevalere in appello.

Microsoft si dice naturalmente “soddisfatta della decisione” del giudice tedesco, che non fa che rafforzare i casi legali precedenti e la constatazione del fatto che l’infrazione di Motorola delle tecnologie proprietarie di Redmond è di quelle ad ampio spettro.

Di carattere opposto la reazione di Motorola, la quale si limita a dirsi “in attesa” della sentenza scritta per valutare la possibile mossa successiva: le opzioni da prendere in considerazione comprendono anche la decisione di presentare appello, conferma la controllata di Google.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
21 set 2012
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