iOS6, l'iPhone parlante

iOS6, l'iPhone parlante

di D. Galimberti - Siri è senz'altro la novità più attesa. Ma non l'unica. E tra un'app delle mappe non del tutto matura e quella per i biglietti in cerca di partner, l'os di Apple fa un passo avanti
di D. Galimberti - Siri è senz'altro la novità più attesa. Ma non l'unica. E tra un'app delle mappe non del tutto matura e quella per i biglietti in cerca di partner, l'os di Apple fa un passo avanti

L’arrivo di una nuova major release di iOS è un evento che gli utenti Apple attendono sempre con entusiasmo, anche perché si tratta dell’occasione in cui i loro dispositivi tascabili (iPhone e iPod touch) o tablet (iPad) vengono dotati di nuove funzioni.

Nel caso specifico di iOS6, l’attesa coinvolgeva un pubblico molto ampio in quanto interessava , seppur a diversi livelli di funzionalità, gli utenti di iPhone 3GS (un telefono del 2009), iPhone 4, iPhone 4S, l’ultima generazione di iPod Touch, iPad 2 e il nuovo iPad. In molti si sono chiesti come mai il primo iPad (che comunque ha già usufruito di tre versioni di iOS) sia rimasto escluso da questo update che supporta addirittura un dispositivo più vecchio come iPhone 3GS: sicuramente si sono delle motivazioni commerciali, visto che iPhone 3GS era in vendita fino ad un paio di settimane fa (cioé fino alla presentazione dell’iPhone 5), mentre il primo iPad non è più in vendita da inizio anno, quando è arrivata la nuova versione del tablet con la mela.

Se però facciamo una verifica delle specifiche tecniche, scopriamo che il primo iPad aveva solo 256MB di memoria RAM, la metà di iPhone 4 (che utilizza lo stesso processore Apple A4) e la stessa quantità di iPhone 3GS, che però si trova a dover gestire una risoluzione ben inferiore: probabilmente il primo iPad avrebbe sofferto in prestazioni tant’è che anche iPhone 3GS e iPhone 4, nonostante siano interessati dall’update, non supportano tutte le funzioni di iOS6 , funzioni che sono supportate in toto solo da iPhone 4S (oltre, ovviamente, all’iPhone 5 in uscita nei prossimi giorni).

Nonostante il prevedibile rischio di intasamento dei server, nel giro di un’oretta ho eseguito il backup e aggiornato sia iPhone 4S che iPad (mentre mia moglie aggiornava anche iPhone 4); più lento invece il successivo aggiornamento di tutte le App che hanno aggiunto la compatibilità al nuovo sistema o hanno approfittato dell’occasione per aggiungere funzioni o eseguire un restiling in vista dello schermo allungato di iPhone 5. Gli aggiornamenti hanno coinvolto pressoché tutte le App prodotte da Apple, e la sempre maggiore integrazione tra iOS e OSX (attraverso iCloud) si evince anche dal fatto che contestualmente è stato rilasciato anche un aggiornamento di Mountain Lion (per la precisione la versione 10.8.2) e di altre applicazioni Apple per Mac, in particolare Aperture e iPhoto, per supportare al meglio la nuova funzione di Photo Streaming condiviso . Ma entriamo nel vivo del nuovo sistema mobile: iOS6 segna una piccola rivoluzione nell’ecosistema dei dispositivi Apple in quanto tronca in modo deciso il legame con Google, legame che aveva assicurato, fin dalla nascita di iPhone nel 2007, la disponibilità di applicazioni native per le mappe e per la visualizzazione dei video su YouTube (pur senza il supporto di Adobe Flash). Quest’ultima può essere sostituita dall’ apposita App rilasciata da Google nei giorni scorsi, graficamente più gradevole ma a mio avviso molto meno funzionale, senza considerare il fatto che non esiste (ancora) nella versione per iPad: per il momento può risultare più comodo rinunciare all’App e passare direttamente dal Web anche perché, in ogni caso, il video viene visualizzato a schermo pieno sfruttando al meglio il display.

Per le mappe invece Apple ha realizzato una nuova applicazione nativa, un’applicazione che utilizza i contributi di OSM ( OpenStreetMap ), di TomTom e di Waze (per la navigazione), di DigitalGlobe (per le immagini satellitari), di Yelp (per le indicazioni di ristoranti e servizi) e di molti altri ancora, compresa la NASA . Il risultato è un’applicazione comoda da utilizzare (in quanto meglio integrata con il resto del sistema) e dotata di un navigatore turn by turn che, sperimentato nel tragitto casa-ufficio di 30 minuti, si è dimostrato efficiente anche in occasione dei ricalcoli forzati dai miei cambi di tragitto.

Tra le pecche del navigatore va sicuramente segnalata l’impossibilità di scaricare le mappe offline mentre, parlando globalmente dell’applicazione, il livello di dettaglio delle mappe può essere più o meno accurato a seconda delle zone: in alcune città (neanche troppo piccole) il livello di dettaglio della vista satellitare è ancora molto basso, e le indicazioni dei servizi non sono sempre complete. Diciamo che c’è molto spazio per i miglioramenti e per l’aggiunta di quelle informazioni che ancora mancano, ma l’impostazione sembra migliore rispetto a prima. L’altra novità della nuova applicazione delle mappe è il famoso Flyover, ovvero la possibilità di “sorvolare” alcune zone urbane interamente ricostruite in 3D (per quanto riguarda l’Italia, al momento Flyover è in grado di mostrare le città di Roma e Milano). Si tratta di un effetto molto scenografico, anche utile in alcune situazioni, ma sicuramente dispendioso in termini di traffico dati.

Flyover e il navigatore turn by turn fanno parte di quelle funzioni non disponibili per per iPhone 3GS, e nemmeno per iPhone 4, mentre sono disponibili sull’iPhone 4S e su iPad 2. Con l’abbandono delle mappe di Google, si perde anche la visuale StreetView: in attesa che una funzione simile venga ripristinata da uno dei nuovi partner di Apple (pare che proprio TomTom sia in procinto di avviare un servizio di questo tipo), chi proprio non potesse fare a meno di questa visuale può rivolgersi ad applicazioni alternative, come Street Viewer o Live Street View . Un’altra grande novità, quantomeno per gli utenti italiani, è l’arrivo di Siri , funzionalità che (a scanso di equivoci) sul sito viene dichiarata ancora in fase di beta. Per far comprendere al meglio l’utilità dell’assistente vocale di Apple possiamo dire che Siri non si limita alla comprensione vocale di semplici comandi, ma si comporta (se è lecito parlare di “comportamento”) come un assistente vero e proprio, interagendo con l’utente per comprendere al meglio le sue richieste. Se per esempio è da poco passata la mezzanotte, e chiedete a Siri di fissarvi un appuntamento per domani, Siri vi chiederà una conferma sulla data, perché presumibilmente la vostra intenzione è quella di metterlo a calendario per il giorno che è appena iniziato; e se per quell’ora avete già un altro appuntamento, Siri vi avvisa chiedendovi se siete sicuri di volerne fissare un’altro.

Un’altro esempio: se dite a Siri che avete voglia si sushi, vi proporrà l’elenco dei ristoranti giapponesi più vicini a voi. Potete anche chiedere a Siri “manda un messaggio a mia moglie”, e Siri interpreterà i dati impostati nei contatti per capire qual’è il numero di telefono al quale inviare il messaggio, prima di chiedervi di dettare il testo. Oppure potete chiedere più banalmente di lanciare un’App, iniziare la riproduzione di un brano musicale, indicarvi la strada per un determinato indirizzo (in tal caso parte il navigatore della nuova applicazione delle mappe) o cercare in internet determinate informazioni. Siri (oltre che sui nuovi prodotti di prossima uscita) è disponibile solo su iPhone 4S e sul nuovo iPad, ed è accompagnato dalla possibilità di dettare il testo in ogni contesto in cui normalmente compare la tastiera (a parte rare eccezioni, come la barra degli indirizzi di Safari). Il riconoscimento del testo in italiano funziona molto bene e arriva anche in Mountain Lion, con l’aggiornamento a cui abbiamo accennato sopra: parte di questo articolo è stata “scritta” utilizzando proprio questa funzione.

Un’altra funzione che personalmente trovo molto interessante, è quella del Photo Streaming condiviso : con un semplice passaggio, direttamente dalla galleria delle immagini, potete condividere le vostre foto con chiunque abbia un account iCloud (sia sui dispositivi iOS che sul Mac, o anche su Apple TV) oppure visualizzarle su una pagina web, consentendo ai vostri amici di guardarle e commentarle. Questa funzione non ha limiti legati ai vari dispositivi: tutti quelli che possono essere aggiornati a iOS6 avranno la possibilità di condividere le foto in questo modo. Sempre in tema di fotografie, iOS6 aggiunge (ma solo su iPhone 4S) l’opzione per realizzare foto panoramiche: a differenza di altre applicazioni che richiedono di realizzare diversi scatti in sequenza (scatti che vengono poi uniti da un particolare algoritmo), la funzione panoramica integrata della fotocamera di iOS6 si realizza con un movimento continuo del telefono, come se si stesse facendo una ripresa video, e la foto è immediatamente disponibile al termine dello scatto, senza attendere ulteriori tempi di elaborazione: più semplice e più veloce. Infine, parlando di nuove applicazioni, in iOS6 Apple ha introdotto Passbook , una sorta di “raccoglitore” per biglietti (cinema, concerti, eventi sportivi ecc), carte d’imbarco di diverse compagnie aeree, tessere e carte fedeltà, coupon e documenti similari. Si tratta dell’alternativa, pensata da Apple, alla tecnologia NFC, tecnologia che a Cupertino non è ancora stata abbracciata perché ritenuta non ancora risolutiva o adatta a tutte le situazioni. Le applicazioni in grado di generare documenti da raccogliere in Passbook stanno già arrivando, a testimonianza del fatto che la maggiore semplicità di implementazione di questa soluzione potrebbe rivelarsi un’arma vincente; non mancano inoltre le possibilità di crearsi autonomamente dei documenti da inserire nella nuova applicazione di Apple, passando per esempio da siti come PassSource (utilizzato per generare gli esempi che vedete nelle immagini). Anche Passbook non ha particolari limiti legati alla potenza dell’hardware, ma è disponibile solo su iPhone e iPod Touch, mentre rimane assente dai tablet della Mela. In compenso iPad guadagna, finalmente, un’applicazione di sistema per l’orologio e la sveglia.

iOS6 introduce poi diverse novità, sia estetiche che funzionali, nell’iTunes Store e nell’App Store: al di là delle differenti scelte cromatiche, la pagina di presentazione delle varie App (ma anche della musica e dei film) presenta una struttura diversa, sfruttando al meglio anche lo scorrimento in orizzontale; anche i risultati delle ricerche sono in una forma completamente differente rispetto a prima, e offrono già da subito un maggior numero di informazioni sui prodotti trovati. Nel caso di aggiornamenti non viene più richiesta la password dell’account, e l’inizio del download non provoca l’uscita dallo store, due dettagli che (pur non rappresentando nulla di eclatante) sui sistemi precedenti potevano essere fastidiosi.

Venendo più specificatamente al comparto telefonico , iOS6 aggiunge ad iPhone nuove funzioni per rifiutare le chiamate con un messaggio, o aggiungere automaticamente un promemoria che, quando ci saremo liberati dagli impegni, ci rammenterà che qualcuno ci aveva cercato. In aggiunta a queste opzioni è anche possibile impostare la modalità “non disturbare”, che blocca tutte le notifiche e le chiamate eccetto (se lo vogliamo) quelle del gruppo dei preferiti, o quelle più insistenti; questa modalità può anche essere programmata per attivarsi automaticamente in base ad orari prefissati, idealmente quelli notturni.

Se quelle di cui abbiamo parlato finora sono le funzioni più appariscenti della nuova versione di iOS, non mancano numerosi altre modifiche e dettagli più o meno importanti, a partire dall’integrazione con FaceBook , passando per la possibilità di effettuare chiamate FaceTime attraverso la rete 3G (operatori permettendo), e arrivando ad un nuovo pannello di preferenze per la privacy; qui, esattamente come avviene anche in OS X 10.8 (Mountain Lion), possiamo vedere tutte le applicazioni che hanno accesso alle varie categorie dei dati personali presenti sul nostro terminale, e decidere se autorizzare o meno l’accesso.

In conclusione, pur non introducendo alcuna modifica sostanziale negli standard di interfaccia definiti 5 anni fa, iOS6 rappresenta un miglioramento significativo nelle funzionalità offerte da Apple sui propri dispositivi tascabili. Non è ancora ben chiaro fino a che punto arriverà la convergenza tra iOS e OS X, ma è certo che l’anello di congiunzione sarà iCloud, i cui servizi via Web (come facilmente prevedibile ) si sono arricchiti nei giorni scorsi delle applicazioni “Note” e “Promemoria”.

Tornando all’aggiornamento di iOS, dopo un solo giorno di utilizzo (speso perlopiù a testarne le caratteristiche) è un po’ difficile stimare se ci sono state delle modifiche nel consumo della batteria, mentre è ben evidente che la nuova versione del sistema non causa alcun problema di prestazioni ad iPhone 4 e, anche se non ho avuto modo di verificarlo personalmente, pare che si comporti bene anche sul vecchio iPhone 3Gs. L’unica remora che potrebbe trattenere qualcuno dall’aggiornamento deriva da un utilizzo intensivo dell’applicazione “Mappe” di Google (le cui funzioni non sono ancora sostituite al 100 per cento dalla nuova app creata da Apple): considerato che le mappe di Google sono accessibili anche per altre vie (e magari, prossimamente, da un’applicazione della stessa Google) a mio avviso si tratta di un aggiornamento da fare senza porsi troppi problemi.

Domenico Galimberti
blog puce72

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Pubblicato il 21 set 2012
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