Raspberry Pi mette il turbo

Raspberry Pi mette il turbo

La micro-piattaforma di sviluppo britannica si arricchisce di una funzionalità di overclocking "di fabbrica", con tanto di valvola di sicurezza per evitare danni permanenti. Roba da supercomputer, letteralmente
La micro-piattaforma di sviluppo britannica si arricchisce di una funzionalità di overclocking "di fabbrica", con tanto di valvola di sicurezza per evitare danni permanenti. Roba da supercomputer, letteralmente

Ancora novità in arrivo sul fronte ottimizzazioni per Raspberry Pi, la micro-board di sviluppo ARM che dopo un sistema operativo (Linux) tagliato su misura ha ora anche la possibilità di funzionare oltre i limiti nominali di CPU e circuiteria integrati.

La Fondazione Raspberry Pi ha infatti annunciato la disponibilità di una nuova modalità di funzionamento in overclock: prevedibilmente chiamata “turbo mode”, l’opzione integrata nella nuova versione di Raspbian (l’OS ottimizzato di cui sopra) abilita ben cinque livelli diversi di overclock.

Il livello di overclock più estremo permette alla CPU di funzionare a 1 GHz (contro i 700 MHz del clock base), mentre la modalità turbo agisce in maniera dinamica a seconda del carico di lavoro sul processore e viene comunque disabilitata in automatico se si raggiungono temperature di 89 gradi centigradi.

Ma non di solo overclock si nutrono le novità confezionate dalla fondazione britannica per il nano-computer più economico al mondo: gli utenti potranno ora acquistare una revisione della board maggiormente rifinita rispetto al design originale (Raspberry Pi 2.0), mentre è confermata la volontà di produrre la gran parte delle schede (30mila al mese, al momento) nel Regno Unito anche grazie a una partnership con le fabbriche di assemblaggio di Sony.

Sul fronte “hack” e usi originali della board, invece, si segnalano la realizzazione di una piattaforma di sviluppo che usa il celere lettore di ebook di Amazon ( KindleBerry Pi ) e un piccolo supercomputer composto da 64 schede Raspberry Pi collegate in rete e accatastate una sull’altra con i mattoncini Lego.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 24 set 2012
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